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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Il caso Lupiae irrompe in consiglio. Tra Salvemini e Perrone toni durissimi

L'ex primo cittadino, davanti a decine di lavoratori, accusa il sindaco di non voler salvare la partecipata. La replica è forte: "Un atto di delinquenza politica"

LECCE – Non previsto nell’ordine del giorno, il tema della Lupiae Servizi si è imposto con una certa veemenza nel consiglio comunale di oggi. Introdotta dalla domanda d’attualità del consigliere Paolo Perrone e preceduta dalla presenza di una quarantina di lavoratori della società partecipata, la questione si è dipanata in un scontro tra l’ex sindaco e l’attuale primo cittadino, Carlo Salvemini.

Perrone ha chiesto all’amministrazione di dire con chiarezza “l’ammontare del fatturato che intende garantire per il 2019 e quindi anche il numero e la tipologia delle convenzioni”. Non è una novità che l’esponente del centrodestra accusi il governo in carica di voler affossare la società. In sede di replica il sindaco ha spiegato di aver intrapreso una strada difficile ma obbligata proprio nell’intento di dare alla Lupiae l’autonomia di poter camminare da sola, non potendo il Comune garantire più come in passato iniezioni di liquidità attraverso ricapitalizzazioni per ripianare continue perdite.

Il consigliere di minoranza si è detto assolutamente insoddisfatto della risposta e ha rincarato la dose: “Dimostra ancora una volta di sottrarsi alle sue facoltà discrezionali di guida di un’amministrazione. Ogni atteggiamento è stato ostile alla Lupiae, è facile dimostrarlo, dalle modalità con cui si è andata a formare la perdita del 2017 al fatto di non aver messo la società in condizione di alienare i terreni che il Comune le aveva conferito e oggi la gestione assolutamente scriteriata di questa crisi. Tutto questo senza assumersi la responsabilità di dire io voglio fare questo per il bene della città invece di dire è sempre colpa della legge Madia, dell’advisor, dei dirigenti. Non solo rappresenti il socio unico, ma sei il committente unico per cui se non dici qual è il perimetro di fatturato che puoi o vuoi destinare, la Lupiae non si salverà. Nel momento in cui lo farai dicendo qual è il limite, all’interno della norma, comprenderemo o meno se c’è volontà o meno di salvare la Lupiae. Fino a questo momento a noi è chiara la volontà di non salvarla”.

A queste parole il sindaco ha replicato duramente: “Quando la disonestà intellettuale si spinge a tale livello di impudenza siamo di fronte a quello che non esito a definire un atto di delinquenza politica perché parlare in questa aula di crisi indotta da questa amministrazione è qualcosa che offende la verità e anche chi ogni giorno lavora con impegno e dedizione per raggiungere risultati importanti. Vede, consigliere Perrone, è molto facile in questa situazione voler accendere un cerino e lanciarlo per appiccare un incendio: sei libero di farlo, come hai fatto ieri nell’intervista a Quotidiano, e di manifestare questo tuo atteggiamento di divertito compiacimento quasi volessi trasferire nuovamente alla città il messaggio che dopo di te è venuto il diluvio e che con te posti di lavoro, floridezza, felicità. Ci vuole anche una certa amnesia per trasferire in questo consesso l’idea che la crisi della Lupiae dipenda dalla scelta di dover proteggere il bilancio della stessa dal rischio di soccombenza in giudizio del Comune di Novoli per oltre un milione che mai è stato prudenzialmente accantonato in dieci anni di gestione, così come è temerario attribuire a questa amministrazione la mancata monetizzazione dei suoli di via Lodi e via Cicolella che vi ricordo essere iscritti in bilancio dal 2013. Perché non l’avete fatto? Avete indicato quei terreni come elemento strategico nel 2012, chiedetevelo e rispondetevi”.

Il consiglio è poi proseguito con la discussione degli altri punti in programma: il centrodestra ha abbandonato compatto l’aula – solo il consigliere Pala ha partecipato a successive votazioni - e questo ha impedito la discussione, per mancanza del relatore, Andrea Guido, proprio di una mozione che la minoranza riteneva importante, cioè quella relativa all’installazione di sistemi di videosorveglianza negli asili.

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