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Interpellanza in consiglio

Centri comunali di raccolta, proteste per uno dei due siti: "Zona di prestigio"

L'amministrazione ha candidato i relativi progetti per un bando nell'ambito del Pnrr. Uno nel rione Borgo Pace, uno in via Caiulo, area di nuova edificazione. Poli Bortone: "Case pagate anche 3mila 500 euro a metro quadro"

LECCE – Nel consiglio comunale che si è tenuto nel pomeriggio a Palazzo Carafa il progetto di un centro comunale di raccolta da realizzare in via Caiulo, periferia leccese di nuova edificazione nei pressi del palasport “San Giuseppe da Copertino” è stato oggetto di una interpellanza firmata da Adriana Poli Bortone e da Gianpaolo Scorrano e alla quale ha risposto l’assessora all’Ambiente, Angela Valli.

Poco meno di un mese addietro l’amministrazione comunale ha individuato due siti di proprietà di Palazzo Carafa per partecipare a un bando del ministero della Transizione Ecologica nell’ambito del Pnrr. Il primo in via Caiulo, il secondo in via Belloluogo nel rione Borgo Pace (qui l'articolo dell'11 febbraio). Un nutrito gruppo di residenti della prima zona ha espresso apertamente il proprio malumore e la minoranza di centrodestra ha intercettato il malcontento. Circola intanto una raccolta firme per chiedere una localizzazione diversa, in lotti ritenuti più idonei.

L’assessora Valli, che già nei giorni scorsi aveva cercato con un post di placare i malumori e di correggere interpretazioni che portavano a immaginare i contorni di una discarica – accade sempre in situazioni di questo tipo -, ha spiegato che non ci sarebbe alcun trattamento dei materiali e dunque nessun impatto, né paesaggistico né odorigeno è di altro tipo, trattandosi di un luogo di mero conferimento temporaneo di alcuni rifiuti (plastica, vetro, apparecchiature elettroniche), differenziati e diversi dalla frazione organica e secca.

Non si tratta di una novità, a dire il vero, poiché nel territorio del capoluogo sono già operativi quattro centri: in viale Giovanni Paolo II (nei pressi dello stadio), in viale Grassi, nella zona industriale e sulla strada per Villa Convento. Quelli di recente candidati al bando del Mite sarebbero costruiti, ha assicurato l’esponente della giunta leccese, secondo i più aggiornati criteri di sostenibilità e non sarebbero in alcun modo incompatibili con altri progetti di riqualificazione e di valorizzazione di quella zona precisando anche che il lotto in questione non prevede aree a verde ma eventuali strutture di uso civile.

La necessità di nuovi centri, ha spiegato ancora, risponde al criterio della capillarità dei servizi e alla necessità di una distribuzione uniforme dei centri su tutto il territorio comunale secondo una strategia oramai diffusa, tenendo presente anche l'opportunità che siano facilmente raggiungibili dagli abitanti della zona di riferimento, disicentivando quindi i trasferimenti verso siti più lontani che finiscono per essere congestionati perché a servizio di un bacino troppo ampio.

Ascoltato l’intervento dell’assessora, la consigliera Poli Bortone ha replicato: “Un centro di raccolta non è certo emanazione di Chanel numero 5. Evinco dal suo intervento che c’è stata, come al solito, una mancata programmazione, una assenza di progettualità perché altrimenti si sarebbe stati nei tempi per comunicare le esigenze della città in relazione a un eventuale bando. Certamente non mi interessa entrare nel dettaglio di questo che lei definisce grande beneficio in un quartiere residenziale dove la gente ha pagato la sua abitazione 3mila, 3mila 500 euro al metro quadrato e tutto si aspettava tranne di vedere un Ccr in una zona con standard elevati di qualità. Si aspettavano tutti, da tempo, un luogo di aggregazione come pure vi dovrebbe stare a cuore”. L'ex sindaca dal capoluogo ha quindi esortato l'amministrazione a fare un passo indietro.

Da parte sua, l'attuale primo cittadino, Carlo Salvemini, si è impegnato per un confronto tra l'amministrazione e il comitato informale che si sta facendo interprete dell’opposizione al progetto. 

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