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Centro Imid, nuovo capitolo: per la Regione autorizzate solo prestazioni ambulatoriali

Il presidente dell'Ordine dei medici, Luigi Pepe, mostra una nota degli uffici regionali con il numero dei servizi erogati nella struttura di Campi Salentina senza alcun via libera da Bari. Nuovo affondo contro il direttore generale della Asl

LECCE – “Si squarcia il velo di coperture della Regione Puglia e di tutti i livelli decisionali”. Il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Lecce, Luigi Pepe, è tornato questa mattina, e con determinazione. sulla complessa vicenda che vede al centro l’Istituto per le malattia immuno depressive di Campi Salentina, oramai dismesso, e l’ex responsabile Mauro Minelli, finito nel mirino di un’inchiesta giudiziaria con l’accusa di peculato e truffa. Con lo sguardo sempre puntato su Valdo Mellone, direttore generale della Asl.

Pepe ha infatti esibito e distribuito ai cronisti una nota dell’ufficio Organizzazione assistenza ospedaliera e specialistica, del 3 aprile 2014, secondo la quale solo le prestazioni ambulatoriali effettuate nella struttura in questione erano state autorizzate dalla Regione Puglia tra il 2011 e il primo semestre del 2013. Il periodo cui si fa riferimento è infatti quello compresso tra la riorganizzazione del servizio sanitario dopo la riconversione dell’ospedale di Campi Salentina in presidio territoriale per le cronicità e le dimissioni del dottor Minelli, giunte per “motivi strettamente personali” e successivamente all’apertura dal fascicolo da parte della Procura.

La comunicazione degli uffici regionali – inviata per conoscenza anche all’avvocatura regionale – che richiama in premessa la richiesta inviata al direttore generale della Asl il 30 luglio del 2013 e la riposta inviata dallo stesso due giorni dopo fornisce il quadro sulla tipologia e sulle modalità delle prestazioni e del numero delle stesse svolte presso la stessa unità operativa di Campi Salentina: 4484 prestazioni ambulatoriali, 302 ricoveri ordinari, 96 in regime di day hospital e 466  degenze territoriali. Tutte attività non autorizzate dalla Regione e per questo viene richiesto alla direzione generale della Asl di Lecce – che si sarebbe sostituita al governo regionale - una relazione che attesti i costi sostenuti dall’azienda per tutte le altre attività svolte, le prestazioni erogate a carico dei pazienti in quanto non rientranti nei livelli essenziali di assistenza e il recupero di quelle a beneficio dei pazienti non residenti nella Regione Puglia.

Il primo atto pubblico di questa storia risale al gennaio del 2013 quando lo stesso Pepe, in un’altra conferenza stampa, diede il la alle indagini sollevando dubbi sulla presenza delle condizioni di sicurezza e sulle competenze necessarie per la cura di patologie molto particolari, come quelle legate all’uranio impoverito, nella struttura inserita  - con una delibera  di proco precedente della giunta regionale (assessore allora era Ettore Attolini) - nella rete nazionale per le malattie rare. Un atto, secondo l’Ordine dei medici, contrario ai requisiti imposti dalla normativa nazionale del 2001.

A maggio scorso, poi,  un esposto firmato e circostanziato – contenente oltre 2mila nomi di pazienti visitati privatamente senza riscontro di ricevute –  è stato recapitato all’ordine e dallo stesso presidente Pepe affidato alla guardia di finanza, alla quale spetta l’onere di valutare la fondatezza della segnalazione. E sempre nella buca delle lettere, circa dieci giorni addietro, sarebbe spuntata la nota degli uffici regionali che conferma, secondo Pepe, quanto da lui sostenuto sin dall’inizio: che il direttore generale, Valdo Mellone, non poteva non sapere.

Tra i due non scorre certo buon sangue – Mellone ha querelato Pepe – e il presidente nemmeno oggi ha lesinato espressioni forti come il riferimento all’auspicabile “demellonizzazione della sanità leccese”. In chiusura di conferenza Pepe ha ricordato le parole con cui il direttore accolse le dimissioni di Minelli, “rammarico e apprezzamento” per il lavoro svolto dall’ex responsabile del centro di Campi Salentina.

E c’è naturalmente un risvolto politico perché uno degli obiettivi di Pepe è quello di abbattere il muro di “omertà” – per usare un termine adoperato dal consigliere regionale Andrea Caroppo in sede di commissione regionale sulla Sanità – eretto sulla gestione dell’Imid dal governo regionale nonostante un costo stimato in oltre 2milioni di euro. Tra una settimana ci sono le elezioni europee, gli si è fatto notare, ma il presidente dell’Ordine è stato lapidario: “In altre circostanze ho avuto una certa sensibilità in prossimità di scadenze elettorali ma i medici non sono né di destra, né di sinistra, né di centro”.

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