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Centro storico vuoto d’inverno? Palumbo: “Anche i commercianti hanno colpe”

L’assessore comunale replica alle valutazione dell’associazione dei commercianti e avverte: “Chiudere i negozi dopo l’estate non favorisce il turismo”

GALLIPOLI - Un centro storico pronto a svuotarsi nei mesi invernali e con negozi e ristoranti destinati alla serrata di bassa stagione per mancanza di programmazione e attrattività? La chiave di lettura fornita dall’associazione dei commercianti e imprenditori di Gallipoli non convince appieno l’assessore con delega  al Centro storico, Biagio Palumbo, che richiama alla collaborazione e al rispetto delle regole  proprio la categoria degli esercenti e degli operatori commerciali tra i primi a creare le condizioni favorevoli alla desertificazione e allo spopolamento della città vecchia e delle riviere. Duro monito quello del componente dell’esecutivo della giunta Minerva che ritiene poco consono l’atteggiamento di voler scaricare tutte le responsabilità agli enti locali su una situazione che dovrebbe trovare invece una sinergia d’intenti per invertire una dolente tendenza. Caustico l’assessore comunale quando rintuzzando le valutazioni dell’associazione dei commercianti valuta che “probabilmente il Comune dovrà applicare la norma, prevista da regolamento comunale, di non concedere l'occupazione di suolo pubblico a quegli esercenti che chiudono la loro attività nel periodo invernale per più di due mesi”.

Una extrema ratio che parte da un ragionamento più ponderato e che tende a calmierare le responsabilità addossate dalla categoria degli esercenti in capo al Comune e ai servizi per incentivare il ritorno dei residenti e l’afflusso turistico anche dei mesi invernali. “Il fenomeno dello spopolamento dei centri storici, come sostiene il presidente dell'Associazione commercianti, interessa l'intero Salento, il Mezzogiorno e quindi non solo Gallipoli. Addossare però le colpe agli enti che non riescono a porre argini alla desertificazione, invertendo la tendenza, significa scaricare su altri le proprie responsabilità” lamenta l’assessore Palumbo. Che aggiunge: “E' come il cane che si morde la coda. Da un lato si afferma che il centro storico di Gallipoli si spopola perché i negozi sono chiusi, dall'altro si sostiene che i commercianti chiudono i loro negozi perché la gente non si reca più nel centro storico. Non va dimenticato però che negli scorsi anni sono state moltissime le persone che hanno preferito abbandonare le loro abitazioni per  trasferirsi nella parte moderna della città, trasformando i loro immobili in strutture alberghiere e in b&b e moltissimi sono coloro i quali hanno adibito locali sin troppo piccoli a ristoranti, trattorie e friggitorie. Vi sono anche coloro che hanno preferito chiudere i negozi di tabaccheria e vendita di giornali o alimentari e altri generi di prima necessità”.

Dalla sede comunale l’assessore al centro storico rammenta anche che “i commercianti dovrebbero anche pensare che le licenze non sono stagionali, ma annuali e che è loro compito, quali imprenditori, mettersi in gioco ogni giorno, non limitandosi a stare aperti tre o quattro mesi l'anno per poi chiudere, godersi beatamente  le ferie, non investire durante il periodo invernale e riprendere l'anno successivo con la solita solfa”. Così come invocare la ristorazione di qualità come la panacea per rivitalizzare il borgo antico comporta anche una nuova presa di coscienza: “puntare sulla enogastronomia è uno degli elementi su cui porre le basi per un'inversione di tendenza” spiega sempre Palumbo,”ma non va dimenticato che i ristoranti di altra qualità rimangono aperti per gran parte dei mesi invernali. Altri preferiscono chiudere. Il Comune fa la sua parte organizzando eventi a dicembre, febbraio e nel periodo pasquale, e cercherà di organizzarli anche negli altri mesi invernali. Tuttavia c'è anche da aggiungere che molti di questi eventi, piccoli o normali che siano, sono frequentati da non molte persone, perché comunque i negozi, nonostante gli eventi, rimangono chiusi. Non è affatto giusto poi” chiosa ancora l’assessore, “che i commercianti, secondo la logica del mercato, preferiscano vendere solo d'estate la merce che è più redditizia, per loro, in particolari periodi dell'anno, facile da riporre in valigia. Se i commercianti del centro storico puntassero alla qualità elevata del prodotto venduto ed aprissero i loro negozi anche di inverno, attrarrebbero sicuramente più gente, proprio per la bontà della loro offerta commerciale”. E sul tema degli scarsità di eventi e manifestazioni di ampio richiamo, sempre l’assessore comunale non detrae responsabilità anche agli operatori commerciali. “Se i commercianti organizzassero come avviene in altre parti d'Italia, anche loro eventi importanti, in aggiunta a quelli del Comune,  con grossi nomi tra gli artisti, assisterebbero sicuramente ad un maggiore afflusso di persone” la dritta lanciata dall’assessore. Critico anche si chi tra i commercianti predica bene ma poi razzola male nei mesi in cui rimane aperto: “se i commercianti e gli esercenti rispettassero le regole circa l'occupazione del suolo pubblico che viene loro concesso, staremmo tutti meglio. Invece così' non è: si punta alla stagione estiva e si tralascia quella inverale” lamenta sempre Palumbo

E l’amministrazione comunale quindi si tira fuori? Nemmeno per idea. “Anche il Comune dovrà fare la sua parte, anche e soprattutto istituendo la stagione teatrale, sia pure con numerose difficoltà” chiarisce l’assessore, “per il Teatro Garibaldi abbiamo ottenuto da poco  il nulla osta da parte dei vigili del fuoco, ed il teatro della città vecchia, potrà essere utilizzato appieno, anche con la rappresentazione di grossi eventi, dopo che saranno realizzati i lavori di ristrutturazione, i cui costi sono notevoli e vanno ricercati tra le pieghe del bilancio comunale.  Su quello punterà l'amministrazione comunale, di concerto con i commercianti ed i residenti del luogo, certi di poter realizzare insieme l'interesse comune della città”.

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