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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Provincia unica, la replica del centrodestra: “Il Pd vuole svendere Lecce”

Manca, Perrone e Baldassarre respingono la proposta del Pd di un Grande Salento con capoluogo Taranto: "Solo una battaglia di poltrone senza ragioni territoriali". Mrs torna a chiedere con forza spazio al neoregionalismo

LECCE - Il riordino delle province e il futuro del progetto del Grande Salento sono i due temi al centro della polemica politica, che scalda le riflessioni dei rappresentanti del centrodestra, dopo che, nella mattinata, Lorenzo Ria, già numero uno di Palazzo dei Celestini, aveva espresso la propria contrarietà al disegno paventato dal Pd provinciale, interessato alla realizzazione di un’area vasta, con Taranto capoluogo.

Questa proposta non piace alla vice presidente della Provincia di Lecce, Simona Manca, che la definisce “inammissibile e come tale va subito rispedita al mittente”: “Stupisce – afferma - che un perfetto conoscitore dei meccanismi istituzionali e degli enti locali come Giovanni Pellegrino si sia accodato o, peggio, abbia promosso una iniziativa politica di questo tenore, ignorando che il dibattito in corso serve a definire solo una serie di osservazioni all’impianto di fondo definito dal Governo, che, in virtù dei parametri dell’estensione territoriale e della popolazione, ha salvato dalla cancellazione la Provincia di Lecce ed il suo capoluogo. Qualsiasi proposta che incida su questo assetto generale, dunque, non ha alcun senso”.

Per la vicepresidente, l’impressione è quella di una “battaglia di poltrone del Pd salentino”, che “sceglie arbitrariamente una soluzione finalizzata a salvaguardare un ente governato guarda caso dal centrosinistra”. Manca parla di “occasione sprecata” nel sostenere “l’unica prospettiva sensata e possibile”, cioè quella di una Provincia di Lecce che con le adesioni di Comuni di confine con i territori di Brindisi e Taranto, si avvia a ricalcare quello che era l’antica area della Terra d’Otranto, appoggiando il documento che Palazzo dei Celestini presenterà a breve all’Upi.

Per Paolo Perrone, sindaco di Lecce, il Pd salentino ha deciso di “svendere” la propria provincia: “Non c'è nessun fortino – dichiara - dietro la volontà del presidente Antonio Gabellone di tutelare il ruolo della Provincia di Lecce, nell'ipotesi di una provincia allargata o del Grande Salento. Lecce è storicamente capoluogo di provincia. Lo era anche ai tempi della Terra d'Otranto, che racchiudeva le attuali province di Taranto e Brindisi e riteniamo debba restarlo. Non è assolutamente una questione di principio: ragioni storiche e di competenze motivano questa necessità. È a Lecce che Corte d'Appello, Procura Generale della Repubblica, Tar e Università hanno la loro sede centrale, pur estendendo la loro competenza anche alle province di Taranto e di Brindisi. E poi ci sono quei requisiti che rendono la Provincia di Lecce l'unica destinata a sopravvivere”.

“Singolare” per Perrone è che il Pd salentino “si sia preso la briga di trasmettere al governo centrale la sua posizione, invece che alla Regione Puglia, che ha competenza in merito: quella di rinunciare a Lecce capoluogo di Provincia, a favore di Taranto, tirando in ballo la motivazione di un Salento che verrebbe penalizzato da Bari”: “Chiamiamo – aggiunge - le cose con il proprio nome: il Pd, forse per questione di principio o di colore politico (considerate le forze politiche che sono al governo nella Provincia di Taranto, che lo erano in quella di Brindisi prima delle dimissioni del Presidente Ferrarese e che lo sono nelle rispettive città capoluogo), è pronto a ‘svendere’ Lecce e la sua provincia”.

Per l’eurodeputato salentino del Pdl, Raffaele Baldassarre, il Pd cova solo interesse “politico” attorno alla provincia unica: “È chiaro che il centrosinistra – afferma - punta a mettere in minoranza la compagine che governa la Provincia di Lecce con una macroprovincia che porrebbe in risalto la quota politica preponderante nelle altre province”.

Chi esprime una voce diversa è ovviamente Ernestina Sicilia, vicepresidente del movimento Regione Salento dell’area Brindisi, che dice sì al “neoregionalismo”: “Agli scettici e a tutti coloro che si dissociano pubblicamente dal progetto di istituzione della Regione Salento, salvo poi confessarne l’utilità in sedi meno ufficiali – dichiara -, sembra dare una risposta addirittura il governo nazionale che prosegue agguerrito nella direzione della semplificazione del sistema istituzionale italiano con la controriforma del titolo V della Costituzione, mettendo mano al complesso ordinativo delle regioni”.

“Adesso – insiste . con l’ipotesi della macroprovincia è possibile fare il salto di qualità e trasformare il trinomio Brindisi-Lecce-Taranto in una formula vincente e ricca di significato. Non per essere la Provincia più importante d’Italia come va commentando il sindaco di Taranto a proposito dell’accorpamento di Brindisi e Taranto, ma per diventare la regione più forte, dinamica e culturalmente ricca di tutto il Sud. Per conquistare la centralità che ci spetta nel Mediterraneo e che va ribadita in sede di ogni dibattito sul futuro della politica italiana”.

 

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