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Centrodestra sfida il sindaco: "Al voto tra un anno sul Patto per Lecce"

L'opposizione boccia i primi nove mesi dell'amministrazione Salvemini e chiede al primo cittadino di consentire il ritorno alle urne per misurare il consenso dell'intesa con il gruppo Prima Lecce

LECCE - Il centrodestra cittadino rilancia la sfida al sindaco con la proposta di ritorno alle urne: "Superato lo scoglio del bilancio - ha dichiarato il consigliere Paolo Perrone - il sindaco governi pure fino all'ultimo giorno utile ma poi si dimetta per misurare nelle urne il consenso degli elettori nei confronti del Patto per la città sancito con gli esponenti di Prima Lecce, accordo che gli ha consentito di evitare il tanto temuto commissariamento di quindici mesi".

Gli esponenti della minoranza hanno tenuto una conferenza stampa presso l'Open Space di Palazzo Carafa per ribadire il giudizio di sostanziale bocciatura già espresso, anche nell'ultimo consiglio comunale, sull'azione amministrativa della giunta presieduta da Carlo Salvemini. Tranne i "giustificati" Mauro Giliberti, Michele Giordano, Paride Mazzotta, gli altri erano tutti presenti: Federica De Benedetto e Luciano Battista per Forza Italia; Andrea Guido, Angelo Tondo, Attilio Monosi per Direzione Italia; Bernardo Monticelli Cuggiò per Lecce Città del mondo; Paolo Perrone, Giorgio Pala per Fratelli d'Italia; Luca Pasqualini e Gaetano Messuti del Gruppo Misto; Alberto Russi, il "superstite" di Grande Lecce. 

L'incontro è stato aperto dall'ex primo cittadino che ha sottolineato "la mancanza di progettualità e di risultati anche nella gestione ordinaria"  e citato le transenne di viale Marconi come "l'unica opera pubblica realizzata". Perrone ha rincarato la dose descrivendo una città "triste", i cui contenitori per la cultura e lo spettacolo offrono solo "saggi di danza": la programmazione per il mese di maggio del teatro Apollo è stata classificata come "oratoriale".

A seguire l'intervento di Attilio Monosi che ha ripercorso gli interventi già fatti in consiglio comunale su vari aspetti del bilancio, a partire dalle lacune come l'eliminazione della possibilità per i contribuenti debitori di rateizzare somme fino a 500 euro: "Pensate cosa significa per una famiglia monoredditto", ha chiesto l'ex assessore che ha poi criticato la mancata estensione della Tari sociale (per la quale non pagano la tassa sui rifiuti i cittadini che hanno un indicatore della situazione economica fino a 6mila euro, riduzione del 50 per cento fino a 9mila); quindi la parola è passata a Gaetano Messuti che ha criticato l'incapacità di programmazione e di gestione dei fondi già intercettati dalla precedente amministrazione, come i 18milioni di euro per le periferie: "I progetti sono i corso di validazione, ma non è stata data nessuna accelerata. Nel periodo pasquale non si è dato un programma di fruizione per l'ex convento degli Agostiniani e per le Mura Urbiche". I due siti, inaugurati durante l'ultima campagna elettorale sebbene a lavori non ancora ultimati, sono stati oggetto di uno scambio di vedute con il vice sindaco Alessandro Delli Noci.

Angelo Tondo ha ricordato l'insufficiente posizionamento del progetto "Lecce è il suo mare" che per il momento è rimasto escluso dal finanziamento regionale per 5 milioni di euro, Bernardo Monticelli Cuggiò ha definito l'amministrazione "un colabrodo" e ha ricordato la bocciatura del suo emendamento, durante l'ultimo consiglio, con il quale proponeva l'apertura di alcuni asili nido nel pomeriggio, proposta che riteneva in linea con quanto scritto nel "Patto per Lecce". Federica De Benedetto, infine, in qualità di presidente della comissione Attività Produttive, ha parlato di una posizione idelogica della giunta Salvemini nei confronti dei commercianti e di un presunto rischio di desertificazione del centro della città".

In chiusura di conferenza, quando è stato il momento di rispondere alle domande, Perrone ha detto che il centrodestra è pronto alla sfida elettorale e che saprà fare tesoro degli errori del passato, con o senza primarie. Messuti ha rincarato la dose accusando il governo cittadino di essere incapace di dare un indirizzo politico e di "nascondersi" dietro i dirigenti comunali.

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