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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Soppressione delle sedi giudiziarie. Cgil chiede conto ai vertici del Tribunale

La Funzione pubblica ha inviato formale richiesta a presidente e dirigente amministrativo. "Sui criteri di chiusura vanno coinvolti comunità e sindaci. Chiediamo rinvio dell'entrata in vigore della legge, in attesa della Consulta"

LECCE - Desta non poco allarme tra gli addetti ai lavori, ma anche tra i comuni cittadini, la prospettiva di una nuova geografia giudiziaria che comprende tagli e soppressioni delle sedi di giustizia periferiche. A pochi giorni di distanza dalla protesta del personale impiegato negli uffici distaccati dell'intera provincia, oggi è il sindacato Funzione pubblica Cgil a scendere in campo attraverso una formale richiesta d'incontro, inviata al presidente e al dirigente amministrativo del Tribunale di Lecce, per comprendere le reali intenzioni e gli scenari futuri della situazione.

I sindacalisti ritengono che un riordino degli uffici giudiziari, per quanto utile, debba  seguire un’attenta analisi del territorio e del bacino di utenza capace di considerare sia i carichi di lavoro che i mezzi di trasporto. E questo nell’ottica del miglioramento del servizio a favore dei cittadini, proprio perché la paventata riorganizzazione "non può avere ricadute negative  sull’utenza, come probabilmente sarà".

"Si sarebbe dovuto, almeno prima, rimodulare ed omogeneizzare i circondari, oggi notevolmente differenziati tra loro per numero di abitanti", incalza Cgil. Ecco perché, nel corso della manifestazione del 19 febbraio intitolata “ripartiamo dall’ufficio per il processo”, i segretari provinciali e regionali della Funzione pubblica hanno proposto di superare i criteri di chiusura degli uffici giudiziari previsti dai decreti legislativi numero 155 e 156 del 2012 che, a loro dire,  andrebbero definiti coinvolgendo le comunità territoriali e i sindaci: "Per questo chiediamo il rinvio nel nostro territorio dell’applicazione della legge, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale in merito alla costituzionalità della norma, la cui prima udienza è fissata per l’8 ottobre di quest’anno".

Il sindacato avanza dubbi sull’effettivo risparmio di spesa e sul miglioramento del servizio, atteso che, secondo i dati pubblicati durante le inaugurazioni dell’anno giudiziario, i piccoli uffici, oggetto della chiusura,  sono ai primi posti per definizione dei tempi dei processi.

"Una certezza l’abbiamo – spiegano - , i costi della giustizia aumenteranno per i cittadini: dalle notifiche (è stato stimato che, col nuovo assetto a Lecce, l’aumento sarà anche dell’800 percento), ai costi maggiori per raggiungere Lecce fino al costo dei parcheggi".

E tutto questo mentre, già nel 2013, i cittadini saranno investiti dalla Tares, dall’aumento dell’Iva e da una nuova serie di tasse locali.Per Fp Cgil esiste una amara certezza: "Sarà fortemente penalizzata l’economia indotta che ruota attorno agli uffici giudiziari, dagli esercenti commerciali alle collaborazioni con i giovani avvocati. La giustizia è una competenza esclusivamente statale: smobilitare gli uffici significa far arretrare lo Stato".

"Forse si vuole creare una giustizia d‘elite o far sì che il cittadino non chieda nemmeno giustizia – denunciano i segretari Simone Longo e Giovanni Cagnazzo - . Per finire, prima della fine della legislatura furono presentati due emendamenti: in uno si chiedeva il rinvio della legge sulla soppressione delle Province, in cui si incideva sui costi della politica; nel secondo emendamento si chiedeva lo spostamento di due anni della soppressione degli uffici giudiziari che inciderà, come già detto, in un aumento dei costi per il cittadino. Il primo fu approvato, il secondo no".

Ora il presidente del Tribunale di Lecce e i sindaci dei Comuni della provincia interessati hanno la possibilità di richiedere l’utilizzo degli immobili per altri cinque anni. I due sindacalisti auspicano che lo si faccia nell’interesse dei cittadini.

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