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Torre Veneri, atto terzo: richiesta indagine dei veterinari su pesci e bestiame

Sulla scorta del monitoraggio del poligono sardo di Salto di Quirra, oggi chiuso e per il quale ci sono 20 indagati, Lecce Bene Comune chiede che sia la Asl ad escludere che il danno ambientale non abbia ripercussioni sulla salute

LECCE – Poligono militare di Torre Veneri, atto terzo: dopo la richiesta di bonifica e quella di sospensione delle esercitazioni di tiro verso il mare, Lecce Bene Comune chiede l’avvio di un monitoraggio sulla situazione sanitaria per verificare eventuali ripercussioni delle criticità già accertate dal punto di vista ambientale.

Quello che Carlo Salvemini, capogruppo a Palazzo Carafa, e Gabriele Molendini, attivista dell’associazione sollecitano è l’attivazione di un’indagine veterinaria, sulla scorta di quella realizzata dai dirigenti della Asl di Cagliari - Lanusei , Giorgio Melis e Sandro Lorrai. I due, per le loro ricerche, hanno poi vinto la prima edizione del premio indetto dall’ordine nazionale dei medici veterinari e le cui conclusioni sono state poi confermate dall’Enea e sono servite alla locale Procura della Repubblica per procedere al sequestro del poligono interforze di Salto di Quirra – Perdasdefogu.  

Per questo lunedì verrà depositata alla presidenza del consiglio comunale una mozione, da discutere nell’assise cittadina, che impegna il sindaco, che è la massima autorità locale del territorio, a far partire il monitoraggio veterinario. Il solco scientifico è quello già tracciato in Sardegna dove sono stati analizzati migliaia di capri ovini e caprini, all’interno e nelle vicinanze dell’area militare. Alcuni casi riscontrati di deformazioni sono stati così clamorosi da finire sulle prime pagine dei giornali, e diverse sono state le patologie riscontrate negli animali e quelle segnalate riferibili ad alcuni allevatori della zona. Attualmente è in corso un procedimento penale e le eventuali richieste di rinvio a giudizio per i venti indagati sono attese per i prossimi giorni.

Carlo Salvemini ha premesso che spetta solo alla magistratura accertare l’esistenza o meno di responsabilità penali ma che non si può prescindere da quello che intanto è certo, la critica questione ambientale, così come messa nero su bianco anche dalla commissione parlamentare d’inchiesta che si occupa dei poligoni militari e il cui ultimo presidente è stato il salentino Rosario Giorgio Costa, del Pdl: “Quello che stiamo facendo è l'inizio di un percorso certamente lungo, complicato, lento, faticoso. Ma che non si ferma, va avanti, e nel quale non sono previste marce indietro. Questo deve essere chiaro a tutti: quello che è stato per cinquant'anni non sarà più. Se qualcuno ancora non l'ha capito avrà tempo per convincersene”.

Il 7 marzo, alla presenza di quattro generali dell’Esercito italiano, della situazione di Torre Veneri, si è discusso in consiglio comunale: i militari hanno escluso categoricamente l’utilizzo di uranio impoverito, ma hanno apertamente fatto capire che sulla sospensione delle esercitazioni di tiro verso il mare obbediranno solo ad una eventuale disposizione in tal senso della magistratura. Molendini, nella conferenza odierna, ha chiesto di distinguere la questione dell’uranio impoverito da quella di altri metalli pesanti: escludere la presenza del primo non significa che non ci possano essere gravi fattori di danno ambientale dovute all’utilizzo di altre leghe.

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