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Clamoroso Pdl: Poli in corsa. Passo indietro su Palese?

Berlusconi incontra Cesa e si riapre alla Poli candidata. Fitto smentisce ogni ripensamento, ma i fatti dicono altro. E nel dubbio, ci si chiede: perché anche il centrodestra non fa le primarie?

LECCE - Chi pensava che i giochi pugliesi fossero chiusi nell'incastro delle candidature, sembra costretto a ricredersi, perché quello che sta accadendo nel centrodestra o che rischia di accadere nelle prossime ore ha quasi dell'incredibile. Rocco Palese è il candidato ufficiale del Pdl, l'anti Vendola designato, ma rischia di restarlo ad interim, perché, dalle indiscrezioni che filtrano da Palazzo Chigi, il premier, Silvio Berlusconi, starebbe pensando ad un clamoroso passo indietro: la mancata convergenza sul nome di Adriana Poli Bortone, personaggio che gode del gradimento del Cavaliere, e qualche sondaggio di opinione potrebbero prospettare l'inatteso ribaltone.

Il Pdl pugliese fa quadrato intorno al proprio candidato, ma qualcosa sfugge di mano. I fatti sono questi: Palese viene candidato a sei minuti dalla chiusura dei seggi delle primarie del Pd, mentre ancora nel centrodestra c'è qualcuno che ritiene aperte le contrattazioni sulle candidature. In pole position, c'è l'ex sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone, che si vede soffiare all'ultimo la possibilità di essere la guida della coalizione, a vantaggio dell'uomo di Raffaele Fitto. La vittoria di Vendola alle primarie e questa scelta del Pdl, fanno maturare un nuovo asse Udc-Io Sud, che confluisce nella candidatura ufficiale della Poli Bortone alla presidenza pugliese. Una mossa che sorprende i vertici del Pdl, che pur avendo osteggiato con un documento la candidatura della Poli, pensavano che a giochi fatti, lo scudo crociato e la senatrice Puglia, avrebbero ugualmente accettato Palese. Così non è stato. E nonostante la difesa a spada tratta del capogruppo di opposizione alla regione, il nome di Palese rischia di essere immolato per un disegno politico di allargamento.

Perché se c'è una cosa che il premier detesta è perdere e, alle prossime regionali, il voto in Puglia rischia di assumere dei significati politici di importante riflesso anche nella politica nazionale: basti pensare all'ascesa mediatica dello stesso Vendola. Per questo, Berlusconi, da sempre attento ai sondaggi e alle sensazioni, sa che perdere l'appoggio di una leader accreditata sul territorio e che gode di un indiscusso appeal elettorale come la Poli, significherebbe la vittoria quasi certa per il candidato del centrosinistra. E se, in un primo momento, aveva accolto le richieste di Raffaele Fitto su Palese, oggi pare intenzionato a risolvere diversamente la questione. Nelle scorse ore, ha dato mandato ai coordinatori nazionali e regionali di risolvere il "nodo Poli", ma è soprattutto nei vertici pugliesi, che sembra di difficile soluzione la vicenda, proprio in virtù del sistema di veti ad incrocio che esistono intorno al nome della senatrice.

Il ministro Fitto smentisce qualsiasi ipotesi di ripensamento, spiegando che il Pdl lavora già alla composizione delle liste, ma viene smentito nei fatti, visto che l'apertura di Casini al centrodestra, con una convergenza proprio sul nome della Poli, sembra aver lasciato più di uno spiraglio aperto. E l'incontro tra Berlusconi e Lorenzo Cesa, segretario Udc, rappresenta un secondo indizio che fornisce la prova provata che qualcosa si muove in tal senso. Tema dell'incontro la Puglia, appunto, nel senso letterario del termine, ossia che sembra chiaro che il Cavaliere "tema" la Puglia.

Dirigenti, amministratori e attivisti pugliesi si dicono entusiasti di Rocco Palese, definito "la scelta migliore possibile": il candidato del centrodestra in risposta a "La Fabbrica di Nichi", lancia la sua "Officina del futuro", incassando da più parti il benestare dei partiti della sua coalizione. E a chi lo definisce "poco mediatico", Palese risponde di essere pronto a farsi seguire da un'agenzia che cura le immagini dei candidati e ad indossare la giacca blu.

I nodi del centrodestra

Ma i dubbi nel centrodestra alla luce dei risvolti di queste ore restano multipli: il Pdl pugliese sostiene che Palese abbia un "forte consenso sul territorio". Vero, anche perché rappresenta il consigliere più suffragato delle scorse regionali. Ma è anche vero che Adriana Poli Bortone, in termini di voti e di consenso non scherzi: fuori dal Pdl, da candidata contro i due poli alle provinciali, ha raccolto centomila preferenze, e, nel centrodestra, il suo peso elettorale non è mai mancato.

Semmai, la vera discriminante sarebbe per i vertici del Pdl quella di ritrovarsi capeggiati da un personaggio in qualche modo ritenuto scomodo, tanto da mettere a rischio gli equilibri interni. C'è poi il capitolo sondaggi: da qualsiasi parte si guardi, il candidato ideale che la base suggerisce sembra essere proprio la Poli Bortone.

Da qui, sorge una riflessione semplice: poiché il peso politico della Puglia a livello nazionale sta crescendo, per il Pdl si pone una riflessione decisiva. E per superare l'empasse di queste ore e i dubbi di sorta, l'unica soluzione possibile sarebbe quella delle primarie, per almeno tre motivi: 1) perché lo strumento in sé, con tutti i suoi limiti, permette effettivamente una democrazia partecipata dei militanti; 2) perché se Palese si affermasse, non farebbe altro che uscirne rafforzato e risolvere in un colpo solo la "questione Poli"; 3) se vincesse la senatrice, sarebbe la riprova che forse la presidente di Io Sud non aveva tutti i torti a chiedere la candidatura.
Del resto, pur nell'aleatorietà del dato, anche il sondaggio di LeccePrima, "Regionali, il Pd sceglie le primarie. E il Pdl?", il 54, 8% dei votanti si era espresso favorevolmente alla consultazione dal basso: prendendo con le pinze il risultato, non si può negare che esista sul tema una sensibilità anche nel centrodestra.

Infine, con le primarie, ci sarebbe un forte atto di responsabilità del centrodestra, che dimostrerebbe anche ai propri avversari di non essere un partito padronale e di avere una gestione davvero partecipata. Quale occasione migliore per passare dalle parole ai fatti?

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