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Tra allarmi e smentite, i comitati chiedono chiarezza sulla discarica

Alla luce dei primi riscontri delle analisi, sette sigle associative chiedono la convocazione di un "tavolo di crisi ambientale"

UGENTO – Le sette sigle, tra comitati e associazioni, che seguono da vicino la vicenda dell’inquinamento nella discarica dismessa di Burgesi chiedono al presidente della Regione Puglia la convocazione di un “tavolo ambientale”.

Lo hanno fatto con una nota redatta dopo una riunione nella quale si è discusso della situazione relativa al sito dove sono state fatte delle analisi per verificare la presenza di elementi inquinanti e cancerogeni, non solo nei pozzi all’interno del perimetro, ma anche in alcuni nelle immediate vicinanze.

E proprio in uno di questi ultimi, nell’acqua falda di superficie (quella destinata all’agricoltura e all’allevamento) sono stati riscontrati valori di Pcb quattro volte superiori alla soglie consentita. I relativi dati sono finiti sul tavolo dell’assessorato regionale all’Ambiente, dove si sta cercando di predisporre un piano per uno studio approfondito di tutte le matrici ambientali. In quella sede l’Agenzia regionale per l’ambiente ha precisato che i valori riscontrati nei pozzi all’interno della discarica rientrano nella norma e che anche in quello interessato dal Pcb l’acqua di profondità sarebbe al riparo dalla contaminazione. Per il momento.

Un’altra questione da approfondire riguarda il presunto dirottamento del milione di euro stanziato da parte del Ministero dell’Ambiente per la verifica dello stato di qualità delle matrici naturali della località “Burgesi”: secondo il consigliere regionale del M5S, Antonio Trevisi, la Regione vorrebbe utilizzare parte dei fondi per le anali delle acque del Pertusillo, affermazione smentita in questi giorni dalla stessa Regione Puglia. “Non esistono sotterfugi – ha dichiarato l’assessore Santorsola nei giorni scorsi - non ci sono distrazioni: l’impegno preso verrà portato a termine, col massimo impegno da parte della Regione e ciascuno, così come sino ad ora è stato fatto, continuerà a svolgere il proprio dovere per tutelare la salute dei cittadini e la bellezza del territorio”.

Le perplessità dei comitati e delle associazioni tuttavia restano, alla luce della delibera di giunta del 18 aprile scorso, nella quale si legge che le attività di ricerca nell’ecosistema acquatico degli invadi del Locone e del Pertusillo rientrano nell’ambito del Piano Straordinario per la verifica ambientale della località Burgesi, finanziato a valere sul fondo speciale di cui alle risorse del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. In attesa di un chiarimento definitivo sul punto le sette sigle stanno allargando l’ambito della mobilitazione civica ad altre realtà dei comuni vicini.

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