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Palazzo dei Celestini: il dibattito in aula

Discussione monotematica sul Piano paesaggistico territoriale regionale. Critiche per il mancato conivolgimento della Provincia prima dell'adozione del provvedimento, ma i toni sono concilianti

LECCE - Ampio il dibattito nel corso del consiglio provinciale che, in seduta monotematica, ha discusso del Piano paesaggistico territoriale regionale. Il consigliere  Aurelio Gianfreda, ha rimarcato come “il dibattito sul Piano, avviato dalla Regione, ha posto in essere diverse tematiche, che hanno fatto emergere anomalie e norme da rivedere in seguito al monitoraggio compiuto sul territorio. Ci sono delle criticità, è innegabile, ma il Piano Paesaggistico, e la Puglia è stata la prima ad approvarlo, diviene strumento opportuno e necessario. Sarebbe utile che gli uffici tecnici dei Comuni, qualora non pronti, fossero adeguatamente supportati: il tutto nell’ottica di un migliore efficienza, per fornire ai Comuni strumenti e assistenza”.

Il consigliere di Progetto Provincia, Roberto Marra, ha sottolineato come “il Piano sia uno strumento necessario, che ha avuto una gestazione lunghissima, e ben organizzato dal punto di vista relazionale e normativo. Quello che si contesta, però, è il metodo, con una concertazione puntuale che invece non c’è stata. Come Provincia di Lecce è necessario rivendicare che a questa pianificazione non abbiamo partecipato: un passaggio in Consiglio, prima dell’approvazione, era rispettoso farlo. Stigmatizziamo l’atteggiamento della Regione, che ci ha tenuto fuori da ogni tipo di dialettica e contributo alla formazione del Piano stesso”.

Nel suo contributo il capogruppo del Partito democratico, Cosimo Durante, non entrando in merito a considerazioni di tipo squisitamente politico, ha fatto presente come “l’approvazione del Piano sia uno straordinario sforzo compiuto dalla Regione Puglia per uno strumento complesso per la valorizzazione del patrimonio e del paesaggio: normale, però, che non sia di facile condivisione. Quello che chiediamo come gruppo consiliare è che la Provincia svolga il proprio ruolo di competenza quale ente di coordinamento dei Comuni salentini e che in fase di redazione delle osservazioni al Piano, la stessa Provincia abbia un ruolo decisivo di supporto attraverso le professionalità tecniche di cui dispone”.

“Se da un lato la consultazione poteva avvenire prima, è certo che senza l’adozione i tempi si sarebbero allungati e la sostanza stessa del Piano avrebbe potuto essere snaturata”. Questo il commento di Mario Pendinelli, capogruppo dell’Udc, partito che in queste settimane si è molto prodigato per trovare una conciliazione.

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