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Fondo immobiliare con Invimit. Sollecitato confronto in commissione

Il consigliere Salvemini chiede all'amministrazione di chiarire i contorni di un accordo che riguarda la valorizzazione del patrimonio comunale

LECCE – Approda in commissione Bilancio, su richiesta del consigliere Carlo Salvemini, l’operazione immobiliare da 60 milioni di euro voluta dall’amministrazione comunale con il varo di un fondo immobiliare chiuso costituito da Palazzo Carafa e da una società di gestione costituita dal ministero dell’Economia e delle Finanze per la valorizzazione e la dismissione del patrimonio immobiliare (Invimit Sgr).

L’iniziativa è stata presentata nel maggio del 2015 dal sindaco, Paolo Perrone, e dall’assessore Attilio Monosi: l’idea è quella di realizzare investimenti pubblici – a partire dalla costruzione di una nuova sede per tutti gli uffici comunali – con le plusvalenze realizzate con la cessione di 19 cespiti del patrimonio dell’ente: tra questi, ed esempio, l’Istituto Margherita e l’ex sede dell’Anagrafe in via Palmieri. In pratica si pensa di costruire su sette terreni già adesso edificabili e di recuperare e trasformare dodici fabbricati esistenti.

Per il consigliere di minoranza ci sono però degli aspetti che andrebbero chiariti, anche tenendo in considerazioni precedenti operazioni di finanza innovativa che alle casse comunali non hanno certo portato benefici: Salvemini pensa alla vicenda Boc o a quella del leasing dei palazzi di via Brenta. Uno degli interrogativi riguarda l’impegno economico chiesto al Comune nell’ambito di un’operazione nella quale il socio, cioè Invimit Sgr, agisce come un soggetto privato in logica di mercato, con un rendimento atteso del 3,5 per cento oltre all’inflazione.

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