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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Commissione piano rifiuti, le denunce dei sindacati rinfocolano la protesta

I consiglieri comunali visionano il progetto che mira a recuperare due milioni di euro tagliando servizi e stipendi dei dipendenti Axa ed Ecotecnica. I sindacati a Garrisi: "Nuove assunzioni, personale esterno su piazza Mazzini"

LECCE – Il piano rifiuti del Comune di Lecce, studiato per rastrellare 2 milioni di euro, sembra scontentare tutti. A cominciare dai dipendenti delle due ditte che gestiscono in appalto il servizio cittadino di raccolta e spazzamento, Axa ed Ecotecnica, da giorni in stato d'agitazione. Ed irremovibili rispetto alla possibilità (che assomiglia ad una certezza) di pagare con una parte del proprio salario, l'esiguo trasferimento di risorse dal governo centrale all'ente locale. Per effetto della legge di spending review, infatti, il primo cittadino Paolo Perrone si è detto impossibilitato a mantenere intatto lo standard quantitativo (e quindi qualitativo) di questo servizio, come di altri.

Se le casse piangono, il taglio chiama. Ma il clima di scetticismo che ha campeggiato durante la seduta odierna della commissione consiliare è innegabile. E' semplicemente mancato il tempo tecnico per mettere, nero su bianco, il malumore strisciante dei consilieri dei vari gruppi politici riuniti presso Palazzo di città per discutere i termini del controverso piano, illustrati dal dirigente  Fernando Bonocuore e contestato dai rappresentanti sindacali che, quell'ipotesi, l'hanno valutata oggi per la prima volta nel corso della commissione Controllo, presieduta da Antonio Rotundo. Lamentando di aver appreso del presunto taglio di 6 ore di lavoro settimanale direttamente dalla stampa locale.

La seduta odierna si è aggiornata con una conclusione che rappresenta la peggiore premessa futura: un operatore ecologico, in preda allo sfinimento, sventolava la sua busta paga. Potenzialmente allegerita di 200 o 400 euro al mese, in virtù del taglio medio di un giorno alla settimana per ciascuna delle mansioni regolarmente svolte: raccolta di rifiuti, porta a porta nel centro città e presso il quartiere di San Pio, raccolta dei vetro, imballaggi di cartone, beni ingombranti, spazzamento delle strade, svuotamento dei cestini e lavaggio dei cassonetti.

La mappa dei tagli divide Lecce per aree urbane, ma livella in egual misura. Con la conseguenza, secondo molti, di aggravare lo stato di pulizia dei quartieri periferici che già soffrono di un servizio inefficiente. E di consegnare nelle mani dei turisti un centro storico poco "brillante".

Gli operatori ecologici, semplicemente e nettamente contrari al sacrificio imposto dall'amministrazione comunale, minacciano il blocco totale del servizio che si preannuncia imminente, allo scadere della procedura sindacale di raffreddamento.

I sindacati, dal loro canto, hanno ribadito che l'interlocutore della trattativa è la parte aziendale, non quella politica. Si può ragionare in termini di ristrutturazioni interne, quindi, per quanto risulti difficile imporre un taglio alle maestraenze mentre, contemporaneamente, si sarebbe proceduto con nuove assunzioni. Alcune, addirittura, al quarto e quinto livello.

I nodi del servizio rifiuti vengono rapidamente al pettine della discussione: tra le questioni irrisolte rimangono i presunti canoni di leasing per i mezzi di lavoro che Axa ed Ecotecnica continuerebbero a versare; il servizio non svolto nella sua completezza (come nel caso del lavaggio dei cassonetti); i fenomeni di assenteismo delle maestranze; gli organici in grave sofferenza. Fino alla nota dolente della tassazione comunale sui rifiuti (Tarsu, futura Tares) che da sola bastarebbe a coprire i costi dell'intero capitolato d'appalto.

commissione consiliare rifiuti 001-2"Volete andare incontro ad una denuncia per appropriazione indebita di denaro pubblico?"; chiede provocatoriamente Emanuele Nitto di Uil Trasporti. Alle denunce, a quanto pare piuttosto datate, si aggiunge quella di un presunto servizio "irregolare" svolto nella zona di Piazza Mazzini. Affidato, cioè, a personale estraneo alle due ditte, "forse a nero", spiega Luigi Ranfino di Slai Cobas che chiama direttamente in ballo Gianni Garrisi, già presidente dell'Ato Le/1.

L'ex braccio di destro di Paolo Perrone non smentisce l'accusa di scarse verifiche sul servizio reso ai cittadini, né che queste illazioni siano nuove alle sue orecchie. Ma conferma che le segnalazioni sarebbero già state trasferite nelle mani degli organi giudiziari competenti. E sulla vicenda, il presidente della commissione ha dichiarato di voler informare il segretario generale del Comune di Lecce, Vincenzo Specchia, per le verifiche e i provvedimenti del caso.

L'intento dei sindacalisti non sarebbe però quello di mettere legna al fuoco della polemica, ma sollevare problematiche che si riversano sui bilanci aziendali come veri e propri costi. Quasi degli "sprechi" su cui intervenire prioritariamente rispetto al taglio degli stipendi. Garrisi non sembra cogliere l'assist e rilancia ad una platea sorda il refrain "dell'intesa possibile".

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