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Iva non pagata per materiale del filobus: il Comune condannato a pagare 700mila euro

La Seconda sezione della Commissione tributaria provinciale ha condannato l'amministrazione per imposta evasa dal 2005 al 2008. L'acquisto di materiale rotabile per quasi 3 milioni di euro è da considerarsi "intracomunitario"

LECCE – Quattro sentenze inchiodano il Comune di Lecce al pagamento di 700mila euro di Iva per l’acquisto di materiale relativo al filobus. Il 15 luglio la seconda sezione della Commissione tributaria provinciale ha condannato l’amministrazione per l’imposta evasa dal 2005 al 2008, oltre a interessi e sanzioni. Ora, per Palazzo Carafa, resta la via del ricorso in commissione regionale.

La contestazione sfociata in condanna si riferisce ad una fornitura di 6milioni e 840mila euro da parte delle ditte Van Holl NV e Vossloh Kiepe Gmbh. Il Comune, secondo la normativa vigente, avrebbe dovuto versare l’Iva, trattandosi di un acquisto “intracomunitario”, attraverso il modello F24.

I giudici tributari hanno affermato il principio che l’associazione temporanea di imprese non è mai un soggetto tributario autonomo per il fatto che, pure laddove, per ipotesi, le società raggruppate ponessero in essere una società consortile, ciò avrebbe riflessi solo sui rapporti tra i membri dell’Ati e l’ente appaltante, mentre non devono mai considerarsi modificati i rapporti con i soggetti terzi, che sono le autorità tributarie e le autorità previdenziali sociali.

Il pronunciamento della Seconda sezione della commissione è stato reso noto da Giovanni D’Agata - presidente dello “Sportello dei diritti” - per il quale il filobus di Lecce, già balzato agli onori delle cronache nazionali non solo per la sua oggettiva bruttezza, ma anche per vicende tuttora sotto la lente della giustizia, si conferma una brutta tegola per l'amministrazione comunale e per le tasche dei cittadini leccesi su cui inevitabilmente graverà anche quest'ennesima beffa.

Esiste infatti tutto un versante penale i cui sviluppi sono al momento imponderabili: presso la Procura giace da maggio 2013 – e cioè da un anno dopo la scarcerazione di Massimo Buonerba – l’informativa finale del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza sull’inchiesta relative alle presunte tangenti legate al progetto del filobus. L’ex consulente di Adriana Poli Bortone è stato arrestato nel maggio del 2011 ed è rimasto detenuto per tre mesi, fino alla decorrenza dei termini di custodia cautelare.

Al centro della vicenda giudiziaria i soldi, pari a circa 2,8 milioni di euro, finiti sui conti svizzeri del professore salentino, e di cui il 60enne leccese non ha voluto fornire spiegazioni neanche in sede d’interrogatorio di garanzia“

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