rotate-mobile
Politica

Mancati rimborsi per gli uffici giudiziari: ricorso contro il ministero della Giustizia

Per il biennio 2011-2012 il Comune di Lecce spende oltre 9 milioni di euro. Ad oggi ha ricevuto un acconto di poco meno di un milione. Luigi Quinto presenterà un ricorso al Tar sollevando anche una questione di legittimità costituzionale

LECCE – Dall’ingiunzione di pagamento alla questione di legittimità costituzionale, passando anche da un ricorso al Tar. Il Comune di Lecce – novello Davide contro Golia – punta l’indice contro il ministero di Grazia e Giustizia per la questione relativa alle spese di giustizia. Che il capoluogo salentino anticipa senza poi avere tempestivo ristoro. Un andazzo rispetto al quale Palazzo Carafa, in tempi di casse esangui, non può più fare buon viso a cattivo gioco.

L’amministrazione ha conferito all’avvocato Luigi Quinto un mandato ad ampio spettro che si articola in un’ingiunzione di pagamento per i crediti già certi, liquidi ed esigibili; un ricorso al Tar per imporre al dicastero di stabilire un procedimento di liquidazione dei crediti maturati e non ancora esattamente definiti, in base alle disponibilità dello Stato.

Queste le cifre: per quanto riguarda il 2011 il Comune ha ricevuto un acconto di 975mila euro a fronte di una spesa di 4milioni e mezzo che lo Stato avrebbe dovuto rimborsare entro il 30 settembre. Per il 2012 manca l’acconto di 670mila euro mentre le previsioni di spesa sono di quasi 5 milioni di euro.

Ma con questa offensiva, il sindaco, Paolo Perrone, vorrebbe definire una volta per tutte una materia più generale: su chi debbano gravare le spese per le infrastrutture necessarie all’organizzazione della giustizia sul territorio. C’è una legge del 1941 che pone a carico dei Comuni tutte le spese per la gestione dei locali e dei servizi destinati agli uffici giudiziari. Tale obbligo – sottolinea il legale – grava essenzialmente sul capoluogo senza il concorso degli altri centri della circoscrizione. Lo Stato interviene con un contributo annuo che, in virtù di un decreto del Presidente della Repubblica, viene liquidato dal ministero della Giustizia con determinata scadenze e di concerto con il ministero del Tesoro in relazione alla disponibilità del bilancio statale.

Secondo l’avvocato una norma non più coerente con i tempi e soprattutto con il titolo V della Costituzione che ha ridisegnato l’assetto statale secondo uno schema federale: “La giustizia è una funzione dello Stato e i relativi oneri non possono gravare sugli enti locali che invece devono assolvere alle funzioni loro spettanti o delegate. E, di contro, i Comuni non possono sopperire alla crisi della finanza statale”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Mancati rimborsi per gli uffici giudiziari: ricorso contro il ministero della Giustizia

LeccePrima è in caricamento