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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Concessioni balneari, la giunta tiene il punto: proroga automatica solo triennale

Il Pd aveva sollecitato un confronto col sindaco dopo la sentenza del Tar di Lecce per cui solo un giudice potrebbe disapplicare una norma nazionale in contrasto con il diritto dell'Unione Europea

LECCE - Sul tema delle concessioni demaniali marittime in scadenza, il Comune di Lecce mantiene ferma la sua proposta: proroga tecnica triennale - la scadenza per i concessionari che intedessero aderire alla proposta della giunta è stata posticipata al 7 -, in attesa di un riordino complessivo della materia che da anni vede l'Italia in aperta divergenza rispetto al diritto dell'Unione Europea. 

Senza differenze di schieramento, infatti, i governi nazionali, prima o poi, finiscono per orientarsi per lunghe proroghe dei beni dati a suo tempo in concessione e che dunque, così, non possono essere assegnati tramite bandi di evidenza pubblica. Questo atteggiamento significa incorrere nelle salate procedure di infrazione delle istituzioni europee. Nel 2018 l'esecutivo targato M5S-Lega aveva avallato un prolungamento automatico al 2033 che però è stato subito "inibito" da alcune sentenze che hanno rilevato l'evidente conflitto. 

L'attuale governo, il Conte bis, ha confermato questa scelta, giustificandola con la "necessità di rilancio del settore turistico e al fine di contenere i danni, diretti e indiretti, causati dall'emergenza epidemiologica",  all'interno del Decreto Rilancio, incontrando medesimo scetticismo tanto che alcuni Comuni, tra questi quello di Lecce, si rifiutano di concedere la proroga, la cui firma presupporrebbe un'assunzione di responsabilità del dirigente in chiaro contrasto con il principio, oramai consolidato, che il diritto nazionale contrario a quello comunitario deve essere disapplicato.

Una recente sentenza del presidente del Tar di Lecce ha però alimentato le ragioni di chi, i concessionari attuali, pretendono l'applicazione della norma italiana: per quanto in contrasto, ha scritto Antonio Pasca, non potrebbe essere disapplicata da un funzionario amministrativo periferico, ma solo da un giudice. Questo pronunciamento, che è solo di primo grado (mentre il Consiglio di Stato più volte si è espresso in maniera diversa), ha provocato qualche presa di posizione anche all'interno della maggioranza a Palazzo Carafa, con il Pd che ha chiesto un incontro al sindaco, Carlo Salvemini, mentre la minoranza continua a chiedere il ritiro della delibera sulla proroga "solo" triennale. 

Quel confronto c'è stato in mattinata, alla presenza di tutti i consiglieri del Pd, degli assessori Foresio e Signore (che rappresentano il partito in giunta), del primo cittadino, dell'assessora Rita Miglietta e del capo di gabinetto, Elisabetta Ciulla. "Giudichiamo l'esito del confronto del tutto positivo - ha dichiarato, al termine, il capogruppo del Pd, Antonio Rotundo -. Si è avuta conferma che il provvedimento di 'proroga tecnica triennale delle concessioni in essere', per i concessionari che intenderanno esercitare questa opzione, sarà rilasciato senza alcuna condizione. Ovviamente, al termine del periodo indicato, dovrà procedersi sulla base della disciplina normativa a quell'epoca vigente".

I concessionari, ovviamente, hanno la facoltà di chiedere l'applicazione dell'articolo 182 del Decreto Rilancio, ma resta ferma la decadenza dei titoli edilizi fissata a fine dicembre: il rinnovo dorà essere richiesto e sottoposto a istruttoria sulla base delle disposizioni in materia paesaggistica (oggi molto più severe rispetto a quelle in vigore quando i titoli furono concessi). Dal confronto di oggi è emersa anche la consapevolezza che solo un riordino definitivo della materia, che sia compatibile col diritto dell'Unione, possa normalizzare la situazione.

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