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Confedilizia: “Revisione delle rendite catastali fondata su calcoli sbagliati”

L'associazione che sta patrocinando molti ricorsi contro l'Agenzia del Territorio attacca l'utilizzo di alcuni parametri matematici previsti dalla legge. Il calcolo corretto non avrebbe attivato il nuovo classamento

LECCE – Prosegue, incessante, l’assedio alla revisione del classamento degli immobili iniziato sul finire del 2010 per impulso dell’amministrazione comunale. L’attività, conclusa negli ultimi mesi del 2010 ha portato ad un aumento della rendita catastale di circa il 20 per cento degli immobili, che sono stati assegnati ad una classe superiore rispetto a quella di appartenenza. Le conseguenze dell’operazione portata avanti dall’Agenzia del territorio fanno presagire una batosta per quanto riguarda i tributi locali, a partire dall’Imu, perché se le aliquote vengono applicate ad una rendita maggiore è ovvio che il risultato è di un esborso più pesante per il contribuente.

Le associazioni dei consumatori sono da tempo sul piede di guerra. L’amministrazione, dichiarando di voler “congelare” proprio queste conseguenze senza compromettere il principio fondato su una maggiore equità tra le varie zone della città, aveva cercato in un primo momento di presentare una semplice richiesta al catasto. Il diniego ha però, in un certo modo, costretto la giunta a battere la via del ricorso amministrativo, convergendo così di fatto sulle posizioni che da tempo predicava la minoranza di Palazzo Carafa.

Il Comune si è così rivolto al Tar mentre centinaia di cittadini hanno già presentato istanza, col patrocinio delle associazioni o di figure professionali adeguate, per discutere la validità del provvedimento davanti alla Commissione tributaria provinciale. I ricorsi hanno un costo non trascurabile, comunque superiore ai 200 euro, e non c’è alcuna certezza che vengano accolti. Vincerli, però, significherebbe evitare l’aggravio tributario probabilmente già da quest’anno. E le speranze di sottrarsi alla tasse sarebbero fondate. Lo sostiene anche Confedilizia che parla di un errore tecnico che potrebbe dar ragione ai ricorrenti: in parole semplici, i parametri che giustificano secondo la legge un nuovo classamento, sarebbero stati usati in maniera maldestra.

Questo il ragionamento: se la revisione è fondata su un certo discostamento tra il valore medio di mercato e il valore medio catastale in ogni microzona della città, l’Agenzia dovrebbe prendere in considerazione – nel caso di Lecce - solo quelle aree della città dove la differenza è superiore al 43 per cento rispetto alla media. Ma, e qui c’è la contestazione, il rapporto generale tre le aree cittadine non può essere fatto secondo una media aritmetica, ma dovrebbe essere fatto su una media ponderata. Non è infatti possibile – sostiene Confedilizia – che le due microzone rilassate, la 1 e la 2, che insieme comprendono oltre il 90 per cento del patrimonio immobiliare della città di Lecce, pesino quanto zone rurali o del litorale.

Chiarita questa differenza, Confedilizia ha operato il calcolo con la media ponderata e il risultato è che lo scostamento rispetto all’insieme è al di sotto del valore necessario per attivare la revisione del classamento.

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