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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Sanità, l'offensiva del Pdl parte da Nardò: "Discarica aperta, ospedale chiuso"

I dirigenti del partito "azzurro" stroncano l'operato del governatore Vendola sul tema della sanità. Venerdì 20 settembre a Nardò un incontro pubblico per dire no alla riconversione del "Sambiasi" in poliambulatorio di terzo livello

LECCE – Magari tra un paio di settimane ci sarà il ritorno in grande stile del logo di Forza Italia, ma intanto il Pdl sembra tutt’altro che in aspettativa. E’ partita infatti questa mattina la controffensiva sulla sanità pugliese, lanciata dal coordinatore provinciale, Antonio Gabellone, e da altri esponenti di primo piano del partito: dai consiglieri regionali Antonio Barba e Saverio Congedo, al senatore Francesco Bruni, al consigliere provinciale Mino Frasca (nella foto, sotto).

Quest’ultimo ha annunciato per venerdì prossimo, in Piazza Cesare Battisti, un incontro con la cittadinanza: verranno proiettate infatti, le videolettere in cui il “filosofo Nichi Vendola” – così si è espresso il consigliere neretino – illustrava i suoi impegni in tema di sanità per la seconda città del Salento, dal 2005 in poi: “Nell’ultima campagna elettorale ha promesso di salvaguardare l’ospedale e di chiudere la discarica e invece ci ritroviamo con una situazione rovesciata”. Sulla struttura sanitaria di Nardò, l’esecutivo regionale ha deciso di varare un’operazione di riconversione firmando un protocollo d’intesa per la creazione di un poliambulatorio di terzo livello. Una scelta che, secondo Vendola e lo stesso sindaco, Marcello Risi, porterà dei benefici in termini di efficienza e di completezza dei servizi sanitari offerti”.

frasca_mino-2Sul tema della sanità e su quello del precariato, aveva ricordato poco prima Antonio Gabellone, il presidente della Regione Puglia ha costruito le sue fortune elettorali e sarebbe anche ora, ha aggiunto, che ne rendesse conto senza trovare un “alibi” nel piano di rientro sanitario o nei provvedimenti dei governi nazionali: “Il piano di rientro non era una pistola puntata alla testa – ha spiegato Saverio Congedo – ma un intervento concordato e sottoscritto proprio da Vendola per ridare alla Puglia l’opportunità di rimettersi in carreggiata. Possibilità colta malissimo, basta guardarsi attorno: macchinari che non funzionano, pronto soccorso al collasso, personale mai assunto nonostante le promesse”.

Il consigliere regionale ha permesso di aver accolto con sollievo la notizia del progetto per la realizzazione del plesso di Emergenza – Urgenza nell’area del “Vito Fazzi” di Lecce perché “ogni iniziativa tesa a lenire i disagi dei pazienti  è ben accetta, ma ha tracciato un bilancio complessivo nettamente a tinte fosche dell’esperienza di governo regionale in tema di sanità: “E’ stata una navigazione a vista: quattro assessori si sono succeduti in otto anni, sono stati chiusi 23 ospedali, persi 2600 posti di lavoro, mentre ai cittadini pugliesi è stato imposto un carico fiscale da 2 miliardi di euro”.

Antonio Barba ha parlato dell’ospedale di Gallipoli come di una situazione di “disagio incancrenito”, nella quale il reparto di rianimazione è pronto da otto anni ma non parte per mancanza di personale. Eppure meno di un mese addietro il “Sacro Cuore di Gesù” è citato tra i migliori 50 nosocomi secondo l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali di cui si avvale il ministero della Sanità per monitorare le strutture pubbliche: addirittura, per gli infarti da miocardio acuto, risulta al quarto posto con un tasso di mortalità a 30 giorni dal ricovero pari al 3,43 per cento”.

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