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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Melendugno

Gasdotto, prescrizioni in sospeso e ritardi. Il fronte del no: "Tap fuori tempo"

Conferenza presso il Comune di Melendugno a pochi giorni dalla data indicata dal consorzio internazionale per l'avvio degli espianti degli ulivi nell'area del primo cantiere

MELENDUGNO – Tap ha comunicato l’intenzione di avviare le operazioni di espianto degli ulivi, preliminari alla cantierizzazione vera e propria, lunedì 18 gennaio ma per il Comune di Melendugno non sussistono le condizioni minime.

Nessuna delle decine di prescrizioni contenute nel decreto di autorizzazione unica firmato del ministro Guidi nel maggio scorso, e derivanti dalla valutazione di impatto ambientale, è stata ottemperata, nemmeno le tre attinenti agli ulivi – A29, A44, A45 - associate alla “fase zero” che dovrebbe aprirsi lunedì prossimo nelle campagne tra Melendugno e San Foca.

L’amministrazione comunale, irremovibile sulla fattibilità del gasdotto sin dal suo insediamento, si sente in una posizione di maggiore garanzia dopo la convalida del decreto di sequestro emesso dalla procura della Repubblica di Lecce che sta indagando sull'ipotesi di diffusione colposa di malattia delle piante, per tutti gli alberi inclusi nelle misure del piano Silletti, compresi quelli per i quali i proprietari - nel territorio melendugnese sarebbero circa 30 - hanno chiesto l’abbattimento volontario.

Secondo l’associazione Re:Common questa complicazione giudiziaria rischia di diminuire le possibilità di erogazione del mega prestito chiesto da Tap alla Banca Europea degli investimenti. Ma a parte le complicate dinamiche finanziarie, ci sarebbero dei grossi ostacoli anche dal punto di vista tecnico.

In una conferenza stampa il sindaco Marco PotìGianluca Maggiore del Comitato No Tap e Alessandro Manuelli, componente della commissione consiliare nominata ad hoc, hanno spiegato perché, in base alle loro convinzioni e alla documentazione fino ad ora presentata dal consorzio internazionale, non ci sarebbe alcuna possibilità realistica di rispettare il cronoprogramma stabilito: il decreto ministeriale ha indicato come termine ultimo per l’avvio del cantiere la metà di maggio.

Ma non è tanto l’autorizzazione unica il solo problema derivante dal ritardo sui tempi ipotizzati – perché può essere prorogata -, quanto la scadenza dell’esenzione dalla disciplina del diritto di accesso a terzi alle infrastrutture, già rinnovata due volte dalle autorità europee, che prevede il “monopolio” per 25 anni a favore dei soggetti che investono direttamente o indirettamente in nuove infrastrutture di stoccaggio sotterraneo di gas naturale.

Un aspetto sul quale si è insistito molto nell’illustrazione delle “criticità” del progetto riguarda il tunnel, di tre metri di diametro, pensato per collegare il terminale di ricezione del gas al punto di partenza della condotta sottomarina. Secondo la prescrizione A6 l’emersione dovrebbe avvenire 50 metri oltre il punto già indicato, per evitare la flora marina sottoposta a protezione. Tap ha risposto che il rispetto di questo vincolo renderebbe “l’esecuzione del microtunnel al limite della fattibilità convenzionale”. Davanti a questa obiezione la commissione tecnica ministeriale ha fatto spallucce, confermando in toto quanto disposto dal decreto 223 dell’11 settembre del 2014.

Altra questione dirimente è quella attinente alle condizioni geologiche e idrogeologiche dell’area interessata dal tunnel: si tratta di un agglomerato sabbioso con porzioni calcaree tale da far immaginare il pericolo di un cedimento del cantiere (che prevede la realizzazione di un impegnativo pozzo di spinta per l’inserimento delle parti della condotta). Inoltre la pressione esercitata su una base tutt’altro che solida comporterebbe anche il progressivo riversamento della falda di acqua dolce della palude Cassano e del bacino di fitodepurazione.

Si tratta, insomma, di una partita a scacchi nella quale si stanno sovrapponendo più scenari e quanto più si rimanda l'avvio del cantiere, tanto più si complica il percorso per i promotori del gasdotto. Anche la congiuntura internazionale sembra volgere le spalle ai sostenitori dell'interesse strategico dell'opera, senza tener conto della posizione della Regione Puglia che ha proposto a Tap un'alternativa all'approdo a San Foca nella zona industriale di Brindisi e che, per il momento, non sembra intenzionata a mollare.

La nota di Tap.

In serata Tap ha fatto pervenire una nota con la quale espone il proprio punto di vista, che di seguito riportiamo. 

"Come chiaramente definito nel parere approvato lo scorso 18 dicembre dalla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale le verifiche di ottemperanza ante operam dovranno essere ottenute da Tap a gruppi prima dell’avvio di ognuna delle fasi di realizzazione del progetto".

"In particolare lo stato delle ottemperanze relative alla Fase 0 'Rimozione degli ulivi e realizzazione della strada di accesso all’area di cantiere del microtunnel' consente di ribadire l’imminenza dell’avvio delle operazioni sul campo, mentre il proficuo dialogo a livello nazionale e regionale e la qualità dei lavori in corso per il gruppo di prescrizioni relative alla fase 1a 'Preparazione delle aree di cantiere e scavo del pozzo di spinta' che segnerà l’avvio della vera e propria costruzione del gasdotto in Italia, è perfettamente in linea con la data limite del 16 maggio prossimo".

"In questo quadro positivo (nel quale Tap continua anche il dialogo sollecitato dalla Regione Puglia per un approfondimento tecnico ambientale sulla localizzazione dell’approdo) duole doversi rammaricare del fatto che il Comune di Melendugno fino a ora si sia sottratto all’adempimento dei suoi doveri relativamente all’unica prescrizione sulla quale è chiamato ad esprimere il suo parere".

"Caduta nel vuoto una precedente diffida ad adempiere, Tap è stata costretta oggi ad attivare le procedure di legge che regolano l’intervento sostitutivo del funzionario comunale incaricato di supplire all’inerzia del titolare del procedimento amministrativo. Il parere del Comune di Melendugno dovrà essere reso dunque nel termine di quindici giorni". 

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