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Consegnati a Vincitorio documenti 5g a Lecce ma manca mappa dei 350 impianti

Vincitorio di Vox Italia ha già presentato nuova richiesta al sindaco: "Devi dirci le strade occupate dalle antenne 5G"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

Finalmente il Comune di Lecce ha risposto sui progetti 5G a Giancarlo Vincitorio, esponente regionale di Vox Italia. Lo ha fatto ieri comunicando che nei propri uffici del Settore pianificazione e sviluppo del territorio “sono giacenti 3 segnalazioni certificate di inizio attività”. In realtà Vincitorio, sia con lettera del 17 aprile che con la diffida del 29 maggio, sostanzialmente voleva ottenere, oltre alla documentazione tecnica ed amministrativa degli impianti 5G, una cosa semplice: la mappa dell’ubicazione degli oltre 350 hotspot che a Lecce irradieranno di continuo, cioè in ogni istante del giorno e della notte, onde elettromagnetiche su tutti gli organismi viventi.

“Ci serve quella mappa per conoscere quali sono le 350 strade della città di Lecce che saranno occupate dagli impianti hotspot di tecnologia 5G. Abbiamo diritto di sapere. Ora sappiamo di più sui lavori che saranno fatti su una potente antenna nei pressi di Piazza Mazzini ma purtroppo nulla il Comune ci ha detto sui 350 hotspot 5G che saranno installati per collegarsi con le antenne centrali: quell’elenco delle strade non l’abbiamo trovato nella documentazione ricevuta. Per questo oggi ho presentato al sindaco Carlo Maria Salvemini una nuova richiesta, tramite pec, di accesso ad atti che il Comune di Lecce possiede sul 5G”. Vincitorio è molto dettagliato in questa nuova richiesta di informazioni.

“Vogliamo avere copia del protocollo d’intesa che nel maggio 2018 il Comune di Lecce ha firmato con Fastweb e che prevede installazioni ad esempio in Piazza Sant’Oronzo, via F. D’Aragona, piazza Duomo, Porta Rudiae, Porta San Biagio, via Libertini, via dei Perroni, le zone di via Trinchese e piazza G. Mazzini e altre aree cittadine, anche nei quartieri periferici. Per evitare che sindaco, assessori e funzionari comunali possano tergiversare su questo grave problema del 5G chiarisco che noi di Vox Italia siamo schierati contro la tecnologia 5G e pertanto ci batteremo per impedire che la giunta comunale Salvemini autorizzi anche quel progetto che vedrebbe, proprio in seguito al citato protocollo d’intesa, potenti aziende pronte a installare nel centro della città ma prevalentemente in altri quartieri più di 350 nuovi hotspot che si andrebbero ad aggiungere ai cento purtroppo già esistenti. Ho chiesto al sindaco di Lecce di informarmi a quali fasi applicative di quel protocollo si è giunti, di farmi sapere se sono stati già valutati i progetti tecnici ad esso collegato e quali pareri sono stati elaborati”.

La lettera inviata da Vincitorio al sindaco Salvemini si conclude con l’esortazione a modificare l’atteggiamento accondiscendente dimostrato dalla giunta comunale di Lecce alle potenti aziende del 5G: “L’ho invitato a seguire l’esempio – dice Vincitorio - di quella ventina di sindaci salentini che hanno reso i territori e le popolazioni liberi dal 5G applicando il principio di precauzione che fa obbligo alle autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati, in assenza di certezza scientifica di innocuità, al fine di prevenire i rischi potenziali per l’ambiente e la salute umana. Se Salvemini non vuole sentire le ragioni di tanti suoi colleghi e neppure di Vox Italia, ascolti l’appello che ieri la CGIL di Brindisi ha rivolto al presidente della Provincia di Brindisi per invitarlo, in analogia con quanto fatto da me e i dirigenti cittadini di Vox Italia nei mesi scorsi, ad impedire l’installazione di impianti con tecnologia 5G”.

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