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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Palazzo delle poste: dal consiglio comunale via libera agli appartamenti di lusso

La maggioranza, ma senza Forza Italia che disertata la seduta, ha approvato la delibera che riguarda l’immobile di piazza Libertini, acquistato da un privato. La minoranza aveva chiesto di attendere il parere confermativo della Soprintendenza

LECCE – Via libera alla conversione del palazzo della poste in edificio residenziale. La relativa delibera è stata approvata nel corso del consiglio comunale dalla sola maggioranza (assente il gruppo di Forza Italia), mentre la minoranza si è astenuta.

Il progetto prevede la realizzazione di appartamenti di lusso nell’immobile di piazza Libertini, che Poste Italiane ha ceduto a suon di milioni a un privato, riservandosi solo una parte del piano terra. L’iter per la sua realizzazione ha conosciuto però diversi intoppi, a partire dal permesso a costruire rilasciato dal dirigente del settore Urbanistica, e poi ritirato in autotutela, senza che la questione passasse dall’assemblea cittadina.

Ma la discussione oderina è stata molto rapida perché il sindaco Paolo Perrone ha blindato il provvedimento, nonostante pochi giorni addietro il consigliere di minoranza Carlo Salvemini, abbia scovato l’esistenza di un vincolo indiretto apposto dalla Soprintendenza nel 1983 e ignorato anche nella stesura del piano regolatore del 1989. Il primo cittadino ha così inteso arginare quelle che ha definito "obiezioni tipo goccia cinese" che l'opposizione avrebbe usato per rallentare il progetto.

Insomma, rimessasi in carreggiata dopo la forzatura del permesso a costruire senza il passaggio in consiglio, la maggioranza ha tirato dritto mentre l’opposizione ha chiesto il ritiro della delibera in modo da meglio definirla in aspetti ancora ritenuti lacunosi, ma anche per attendere il parere confermativo della Soprintendenza sia sul progetto relativo al palazzo che al rifacimento di piazza Libertini. Secondo Salvemini, infatti, non è ancora sufficientemente riconosciuto l'interesse pubblico cui, per legge, ci si dove attenere nella concessione del permesso a costruire in deroga né garantito il giusto plusvalore che al Comune deve essere corrisposto dall'investitore privato come compensazione del maggior valore derivato dal cambio di destinazione d'uso, da direzionale a residenziale.

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