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Avviso bonario, avanti con le multe fino al verdetto della Corte di conti

In consiglio comunale passa la linea attendista: l'amministrazione ritiene che entro il mese di aprile arriverà il parere sollecitato alla magistratura contabile. E intanto il regime sanzionatorio resta in vigore: il grattino scaduto è passibile di multa

LECCE – Come i greci con l’oracolo di Delfi, il consiglio comunale di Lecce attenderà il parere sollecitato alla sezione regionale della Corte dei conti. E, intanto, nulla cambia: i ticket per la sosta sulle strisce blu saranno passibili, una volta scaduti, di multa. Così ha deciso questa mattina il consiglio comunale che ha approvato all'unanimità (erano 21 i presenti al momento del voto) una mozione a firma dei consiglieri del Pd Antonio Rotundo e Paolo Foresio – poi riformulata con il parere dell’ufficio Avvocatura – che rimanda al verdetto dei giudici contabili la discussione definitiva sul tema.

“Questo è un Paese strano, che non riesce a legiferare in maniera chiara”, ha detto il sindaco, Paolo Perrone in riferimento all’ingarbugliata matassa, fatta di pareri e di interpretazioni, che si è avviluppata attorno al nodo “grattino”. E rispetto al quale l’incontro della settimana scorsa tra il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, e il presidente dell’associazione dei comuni italiani, Piero Fassino non sembra aver prodotto un esito dirimente. Stando alle dichiarazioni dopo quel faccia a faccia, infatti, il dicastero continua a ritenere illegittime le sanzioni, mentre gli enti locali sono convinti di essere nel giusto.

“In questo marasma – ha spiegato il primo cittadino - vorrei tutti gli strumenti per decidere con serenità d’animo. Siamo contro la fame del mondo e siamo contro il femminicidio, ma vogliamo affrontare questa vicenda in modo responsabile? Aggiorniamoci ad aprile, quando è attesa la risposta della Corte dei conti”. E su questo invito si è trovata la momentanea quadratura del cerchio. In apertura di dibattito diversi esponenti della maggioranza hanno fatto da scudo all’amministrazione, rispedendo al mittente – cioè alla minoranza e alla stampa – l’accusa che l’abolizione dell’avviso bonario, introdotto nel 2006 ed eliminato nel 2012, sia stata una scelta politica (per fare cassa) e non una necessità amministrativa sulla base della giurisprudenza. A tal proposito Francesca Mariano, capogruppo di Io Sud ha dichiarato: “Lo avviso bonario lo abbiamo voluto noi, tanti anni addietro, su proposta del consigliere Roberto Martella e allora operammo una forzatura, perché i dirigenti dei settori interessati, Traffico e Avvocatura, si dissero contrari”.

Martella, da parte sua, ha detto di ritenere doveroso il parere della Corte di conti per cancellare quella “zona grigia” dove spesso si rifugia un certo tipo di politica per non fare la propria parte, quella delle scelte. Per la minoranza Antonio Torricelli ha ricordato come, in occasione dell’eliminazione dell’avviso bonario, il centrosinistra abbia votato contro e con le stesse argomentazioni che poi sono ritornate d’attualità grazie alla riproposizione del parere del ministero dei Trasporti, che è sempre lo stesso ogni volta che un Comune pone il quesito sulla legittimità della multa per il tagliando scaduto: chi abusa del parcheggio oltre l'orario consentito - hanno sempre risposto da Roma - commette una violazione contrattuale, ma non del Codice della strada e non può quindi essere punito con un verbale amministrativo. La minoranza ritiene quindi che una penale di 5 o 10 euro per i trasgressori, insieme ad un regolamento specifico, possano costituire la soluzione migliore al problema. 

Alla seduta odierna non ha partecipato il consigliere Giuseppe Ripa, di Nuovo Centro Destra, presidente della commissione Traffico e acceso sostenitore della reintroduzione dell’avviso bonario.

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