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Delibera unanime sul Pptr: la Regione Puglia sospenda gli effetti

Il consiglio provinciale ha dato mandato al presidente Gabellone di chiedere una pausa, con tempi contingentati, per consentire approfondimenti e valutazioni. Apprezzamento per il lavoro dell'assessore Barbanente, ma restano diverse criticità

LECCE – Sul Piano paesaggistico territoriale regionale i toni polemici sembrano abbassarsi. Lo dimostra la delibera di consiglio provinciale approvata all’unanimità a Palazzo dei Celestini, con la quale si dà mandato al presidente, Antonio Gabellone, di chiedere alla Regione Puglia di sospendere, in via cautelare, gli effetti del provvedimento per il tempo necessario a “consentire il confronto con tutti gli attori interessati e ad assumere le conseguenti determinazioni”.

Il documento è stato emendato, rispetto alla formulazione originaria, per consentire la convergenza del centrosinistra su una posizione più conciliante: in un primo momento, con un ordine del giorno, si chiedeva di scongiurare che l’immediata applicazione delle norme di salvaguardia - contenute nelle Norme tecniche di attuazione - provocasse costosi contenziosi e determinasse il blocco delle attività edilizie. Timore diffuso tra i costruttori e alcuni ordini professionali è che i progetti pubblici e privati in attesa di autorizzazione vengano respinti alla luce delle prescrizioni più vincolanti. Un’impostazione, questa, sulla quale non ci sarebbe potuta essere l’unanimità.

La mediazione tra i partiti ha così prodotto una soluzione condivisa nella quale si dà atto all’assessore Angela Barbanente di aver predisposto un piano strategico per il governo del territorio che, tuttavia, merita alcuni approfondimenti e dunque un supplemento di tempo prima di essere portato in aula, a Bari, per il voto definitivo del consiglio regionale.

“Quello che noi chiediamo come Provincia di Lecce – ha dichiarato il presidente, Antonio Gabellone - è l’immediata sospensione degli effetti, perché il permanere di queste condizioni rappresenta un ulteriore limite a ciò che gli enti locali stanno realizzando per poter dare fiato ad una economia di estrema difficoltà. E’ necessaria una pausa di riflessione con tempi contingentati, che riavvii un processo di confronto con gli enti locali, che dalla loro daranno il proprio contributo: recuperare, dunque, un percorso ed un metodo di partecipazione che non può essere scambiato per una semplice enunciazione di un progetto, ma che diventi confronto con i soggetti deputati a dare attuazione al Piano”

In particolare, durante la discussione, l’accento è stato posto su come sia necessario che i beni oggetto di detto sistema delle tutele – cioè i beni paesaggistici e gli ulteriori contesti paesaggistici - siano puntualmente e precisamente verificati allo scopo di rilevare possibili, eventuali errori che potrebbero imporre vincoli impropri e generare costosi contenziosi. Difatti l’ampiezza del territorio investigato, il livello di approfondimento dei quadri conoscitivi, il notevole intervallo di tempo trascorso tra lo sviluppo della fase conoscitiva del Piano, sono elementi che rendono probabile la presenza di errori materiali nella individuazione e nella corretta perimetrazione di alcuni beni compresi nel gruppo degli “Ulteriori Contesti Paesaggistici”.

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