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Consiglio provinciale: manca numero legale, slitta ancora mozione No Tap

La seduta sciolta prima del voto. Dopo l'intervento del proponente, Danilo Scorrano, alcuni consiglieri hanno lasciato l'aula

LECCE – Questa mozione non s’ha da discutere, né oggi né mai. Parafrasando il Manzoni, sembra questa la sintesi di quanto accaduto oggi in consiglio provinciale secondo quanto riferisce il consigliere Danilo Scorrano, che è anche segretario provinciale di Sinistra Italiana.

Al momento della discussione, infatti, non era più presente il numero legale ma anche nelle fasi precedenti sarebbe emersa la chiara volontà di rimandare la questione: in un primo momento il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, ha chiesto di ritirare la mozione in attesa di un documento comune da approvare nella prossima assemblea dei sindaci. Il proponente si è rifiutato e così sarebbe stata messa ai voti, con successo, l’inversione dell’ordine del giorno che precipitato la mozione Tap in coda.

Finalmente giunto il momento della discussione, quattro consiglieri hanno abbandonato l’aula durante l’intervento di Scorrano: a seguire si è pronunciato solo il consigliere Stabile che, pur apprezzando l’iniziativa, ha poi dichiarato di lasciare i lavori per rispetto nei confronti dell’assemblea dei sindaci. A quel punto, con soli cinque presenti, è venuto meno il numero legale.

Amaro il commento finale di Scorrano: “Ritengo vergognoso questo atteggiamento per un ente che ha il dovere di sostenere le giuste battaglie dei comuni interessati, delle popolazioni coinvolte, dei comitati civici che rivendicano la necessità di tutelare il loro territorio da un’opera dannosa e inutile. Probabilmente continua l’opera di Gabellone e di qualche sindaco che, pensando di guadagnare qualcosa sul tavolo delle compensazioni, rassegnati alla realizzazione dell’opera,  mortificano l’azione dei sindaci veramente impegnati a combattere il progetto con  Marco Potì in testa".

In veste di consigliere provinciale e di segretario di Sinistra Italiana, continuerò ad essere al fianco di quanti lotteranno per bloccare il gasdotto e di coloro che vedono militarizzato il proprio territorio a difesa di una multinazionale privata. Condanno con forza azioni che mirino a scoraggiare il sacrosanto diritto a protestare di fronte a un simile scempio ambientale. Le ultime notizie sui fermi di ragazzi accusati di aver violato la zona rossa mi lasciano perplesso sulla sproporzione della risposta delle forze dell’ordine". Nemmeno  nel consiglio provinciale del 30 novembre, ha ricordato l'esponente di Sinistra Italiana, era stato possibile discutere la mozione nella quale si ricorda il parere negativo espresso sull'infrastruttura energetica proprio dal consiglio provinciale nel 2013 e si chiede di favorire l'istituzione di un tavolo con tutti gli enti interessati per garantire il rispetto della volontà delle popolazioni coinvolte". 

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