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Coronavirus e il pasticcio della tassa sulla spazzatura

In questi giorni di emergenza sanitaria nazionale l’attenzione delle autorità si è quasi sempre focalizzata sugli aiuti alle imprese lasciando spesso fuori dai discorsi i cittadini

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

In questi giorni di emergenza sanitaria nazionale l’attenzione delle autorità si è quasi sempre focalizzata sugli aiuti alle imprese lasciando spesso fuori dai discorsi i cittadini alle prese con la quotidianità delle difficoltà finanziarie legate anche a tasse e balzelli vari. La prova è possibile trovarla in un provvedimento che speriamo sia frutto di una disattenzione dell’Autorità Nazionale che si occupa della gestione delle tariffe sulla spazzatura (ARERA).

Con la Delibera del 05 maggio 2020 n. 158/2020/R/rif si stabilisce, infatti, che “…vengono adottate le prime misure volte a mitigare gli effetti sulle varie categorie di utenze derivanti dalle limitazioni introdotte a livello nazionale o locale dai provvedimenti normativi adottati per contrastare l'emergenza da COVID-19…”. In particolare, in una breve spiegazione presente sempre sul sito dell’Autorità Nazionale, “…il provvedimento prevede - nell'ambito della disciplina dei corrispettivi applicabili alle utenze del servizio di gestione integrata dei rifiuti, urbani e assimilati - alcuni fattori di rettifica per talune tipologie di utenze non domestiche (al fine di tener conto del principio "chi inquina paga", sulla base della minore quantità di rifiuti producibili in ragione della sospensione delle relative attività)…”

Alle utenze domestiche, invece, nessuna rettifica ma solo “…specifiche forme di tutela … (in una logica di sostenibilità sociale degli importi dovuti)” . In parole povere alle imprese un riconoscimento del legittimo diritto ad una rettifica del costo per l’inattività e ai cittadini solo vaghe forme di tutela di cui sfuggono, peraltro, i dettagli. Alla ns. Associazione non è sfuggito, però, che è dalla fine di marzo che ai cittadini viene vietato “… ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza…” ragion per cui anche per loro dovrebbero essere previste delle riduzioni della tassa visto e considerato che non hanno potuto usufruire del servizio per un divieto imposto per legge.

Da parte nostra, per evitare che questa disattenzione possa trasformarsi nell’ennesimo caso di iniquità a danno dei cittadini e, soprattutto, in un indebito arricchimento per gli Enti Locali, abbiamo predisposto un modulo con una richiesta che ogni proprietario di una seconda casa utilizzata per vacanza potrà inoltrare ai Comuni interessati. Il nostro auspicio è che ogni Comune provveda, quindi, nella propria autonomia e per evitare il danno erariale per contenziosi inutili, al rispetto delle regole di giustizia impositiva nei confronti degli utenti senza, comunque, tralasciare l’ipotesi di dover far ricorso all’autorità giudiziaria qualora dall’altra parte si dovessero fare “orecchie da mercante”.

Il Responsabile Provinciale di Lecce dott. Stefano De Maglio

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