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Corsa al post Laforgia. Ancora polemiche sull’assemblea sindacale negata

L’assemblea del 10 giugno con i tre candidati alla carica di rettore potrebbe non essere posticipata, almeno finché non si sarà espresso il giudice del lavoro. Flc Cgil e Uil/Rua replicano: “Nessun allontanamento con i candidati”

LECCE - Continua la polemica in merito all'assemblea convocata da tutte le organizzazioni sindacali per il 10 giugno, cui avevano inizialmente aderito tutti i candidati alla carica di rettore dell’università del Salento, ma annullata e posticipata a data da destinarsi. Secondo i sindacati Flc Cgil e Uil/ Rua quest’appuntamento che metteva a confronto Michele Carducci, professore di diritto comparato, Giovanni Laudizi, ordinario di letteratura latina e Vincenzo Zara, prorettore con delega alla didattica, era insindacabile. Un diritto negato mediante un atto “illegittimo e d'imperio”. Ed in ogni caso, aggiungono, quest’ assemblea aveva un carattere assolutamente diverso dalla conferenza d'ateneo prevista per il 18 giugno.

Le differenze sarebbero sostanziali: “In quest'ultima i tre candidati proporranno i loro programmi cui seguiranno i vari interventi – precisano -. Nell' assemblea del 10 giugno, invece, era previsto che le organizzazioni sindacali avrebbero proposto a tutti i candidati le stesse domande, inerenti materie di interesse del lavoro e dei lavoratori”. Come fosse un “botta e risposta”. Per queste ragioni non sarebbe dovuto esistere, dicono, alcun problema di opportunità.

Secondo i sindacalisti chi ha proposto di posticipare l’appuntamento ad una data successiva al 18 giugno, o in un qualsiasi altro momento, starebbe adottando un approccio “un po' superficiale alla questione e alle norme”.  Questa proposta non sarà attuabile, dicono, fino a quando il giudice del lavoro, eventualmente interpellato dai legali dei sindacati, non provvederà a rimuovere la presunta condotta antisindacale posta in essere dall' amministrazione universitaria.

“Bisogna, infatti, ricordare – aggiungono - che il rettore Domenico Laforgia nella sua nota ufficiale del 6 giugno ha opposto diniego allo svolgimento dell'assemblea sindacale asserendo che si trattava di conferenza stampa e che l'ordine del giorno non verteva su materie di interesse sindacale e di lavoro”.

Quell’assemblea, avvisano i sindacalisti, non sarà più proponibile. “Con buona pace di coloro che predicano buoni propositi”.

Ma la replica dei sindacati non si esaurisce qui: “Sorprendono le dichiarazioni di coloro che invocano la fine dei veleni e delle conflittualità nell'ateneo, senza aver mai mosso un dito per porre fine alle cause che hanno prodotto questi effetti”.

Gli ultimi accadimenti dimostrerebbero, infatti, come nell’ateneo salentino esisterebbe “una totale assenza di democrazia e di partecipazione”: “Si è perseguita con ogni mezzo, lecito o illecito, la delegittimazione dei sindacalisti e del sindacato. I primi accusati di ambire a privilegi, i secondi accusati dal rettore, di porre in essere aggressioni mediatiche poiché portatori di pregiudizi nei suoi confronti”.

I sindacati si dicono anche sorpresi dei buoni propositi di “riavvicinamento” da parte dei candidati. E questo perché, a monte, non vi sarebbe mai stato alcun allontanamento: “Non si comprendono le ragioni che fondino tale percezione di distanza; a meno che, chi parla di riavvicinamento, non si faccia carico delle precedenti situazioni di conflittualità. Diversamente, nessuno è autorizzato a paventare inesistenti distanze con il sindacato, né pregiudizi né tantomeno pericoli di aggressioni mediatiche”.

Non si tratterebbe, quindi, di ripristinare buone relazioni sindacali da parte degli attuali candidati alla carica più alta dell’università, “giacché con gli stessi, fino a qualche tempo fa, non sono intercorse relazioni di natura sindacale”. I sindacati stigmatizzano, invece, i presunti limiti della vecchia gestione del potere per poter cambiare radicalmente registro: “Così, come per incanto potrebbe scomparire ogni conflittualità”.

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