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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Piano di riequilibrio bocciato. Ricorso alle Sezioni Riunite per evitare il dissesto

Ritenuta dopo tre anni dalla sua adozione "non proporzionale alle problematiche esistenti" la manovra adottata nel 2019 e per il Comune riaffiora lo spettro del fallimento. Entro 30 giorni il ricorso. Il sindaco amareggiato: "Chi ci ha preceduto al governo riteneva inesistenti le criticità rilevate"

LECCE - Una doccia fredda che scombina gli “equilibri” economici, nel vero senso della parola, del Comune di Lecce, ma con un  margine di manovra legato al ricorso da presentare entro 30 giorni alle Sezioni Riunite della Corte dei Conti.

Nelle scorse ore la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti della Puglia ha deliberato di “non approvare il piano di riequilibrio finanziario” adottato dal Comune di Lecce con la delibera dell’assise del 7 gennaio del 2019. Una decisione motivata nelle 107 pagine del provvedimento licenziato nelle scorse ore e che ora dovranno essere analizzate da cima a fondo per impostare un robusto ricorso.

Una problematica non di poco conto che, in vista di una eventuale seconda bocciatura determinerebbe il fardello del dissesto finanziario di Palazzo Carafa. O meglio, tecnicamente parlando, aprirerebbe la fase del commissariamento dell’azione finanziaria di risanamento e all’accertamento delle eventuali responsabilità degli amministratori in carica sino a cinque anni prima della del riconoscimento del dissesto.

Il piano contabile adottato dall’amministrazione comunale, con il riconoscimento del pre-dissesto e con il varo della manovra di risanamento pluriennale, nonostante abbia ricevuto il parere favorevole della Commissione per la Finanza locale del ministero degli Interni, sembra quindi non aver convinto la Corte dei Conti.

La manovra di risanamento pluriennale presentata per scongiurare proprio il rischio del dissesto “non risulta proporzionata alle problematiche finanziarie esistenti ed idonea al risanamento finanziario dell'Ente", così hanno sentenziato infatti i giudici contabili.

“Dopo ben 36 mesi, e nonostante il parere favorevole della commissione per la Finanza locale del ministero degli Interni” commenta il sindaco Carlo Salvemini, “riceviamo quindi questa decisione con la quale si dichiara che la manovra di risanamento pluriennale presentata per scongiurare il rischio del dissesto non risulta proporzionata alle problematiche finanziarie esistenti ed idonea al risanamento finanziario del Comune. Oggi vale la pena di ricordare che proprio le situazioni il cui risanamento la Corte ha ritenuto di maggiore problematicità, venivano definite inesistenti nel 2019 da chi ci aveva preceduti al governo della città”.

Secondo la valutazione a caldo del primo cittadino a nulla sarebbe quindi valso per i magistrati contabili "l’aver provveduto, da parte del Comune, al riconoscimento di debiti fuori bilancio per sentenze precedenti il 2017 per oltre 15 milioni di euro, grazie anche a transazioni che hanno, di fatto, assicurato risparmi milionari all’ente, garantito il regolare pagamento dei debiti commerciali con riduzione dei tempi di attesa per fornitori di beni e servizi, e migliorato l’attività di cassa con la restituzione dell'anticipazione di tesoreria e la riduzione degli interessi passivi".

“Il tutto nonostante il Comune sia chiamato ogni anno, in sede di impostazione del bilancio di previsione, ad accantonare per rientri da disavanzi e fondi crediti di dubbia esigibilità, circa 25 milioni di euro, sottraendoli al finanziamento della spesa per i servizi” evidenzia il primo cittadino, “nonostante la crisi economica e sociale più grave del dopoguerra che ha colpito pesantemente tutti i Comuni. E nonostante la difficoltà di garantire il funzionamento della macchina amministrativa, con oltre 350 dipendenti in meno di quelli previsti per i Comuni delle nostre dimensioni”.

Nelle prossime ore dunque Salvemini si muoverà per la redazione del ricorso e la sua presentazione entro i trenta giorni previsti.

Amareggiate intanto, le parole del sindaco: “Il mio pensiero va ai dipendenti comunali che nonostante tutte le difficoltà lavorano ogni giorno per dare servizi alla città e progetti per il futuro, al personale dell'ambito territoriale di Lecce che vive la preoccupazione della stabilizzazione. Ai dipendenti della Lupiae che si misurano con i sacrifici loro imposti da un concordato preventivo in continuità. Ai miei concittadini che per la situazione di fragilità economica finanziaria del Comune, già da due anni, subiscono gli effetti del risanamento per effetto dell'applicazione al massimo della pressione fiscale".

"E anche al modo con il quale per tanti anni le casse del Comune sono state trattate. Producendo una mole di criticità che abbiamo assunto l’impegno di rimuovere con adeguati strumenti, nell’interesse della città e delle generazioni future. Come detto, ricorreremo, come è diritto dell’ente, alle Sezioni Riunite. Confidando in un esito diverso”. 

Congedo: “Messa in luce l’incapacità politica” 

E non si sono fatte attendere le reazioni sulla delibera della Corte dei Conti con la quale si sancisce la mancata approvazione del piano di riequilibrio finanziario adottato dal Comune di Lecce nel 2019. In particolare, sul versante del centrodestra, arrivano le prese di posizioni dei coordinatori provinciali di  Fratelli d’Italia e Forza Italia.

“La mancata approvazione del piano di riequilibrio finanziario rappresenta non solo la bocciatura di uno strumento contabile, ma la denuncia dell’incapacità di affrontare una situazione che, per quanto complessa, poteva essere gestita diversamente” ammonisce il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, Saverio Congedo, “predisporre e poi far approvare un piano di riequilibrio che non la perfida opposizione di Palazzo Carafa, ma la magistratura contabile definisce inadeguato alle problematiche finanziarie e inadatto al risanamento dell’Ente è la certificazione di sciatteria amministrativa e incapacità politica”.

“Nelle more di approfondire le oltre cento pagine che motivano l’impietoso giudizio della Corte dei Conti” conclude Congedo, “non possiamo non registrare come il centrosinistra in quattro anni abbia portato Lecce sull’orlo del baratro con la prospettiva drammatica che a pagarne il conto siano lavoratori e cittadini”.

Sulla vicenda in questione si registra anche una nota  del consigliere regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia, Paride Mazzotta. “Siamo stati facili profeti: purtroppo, si è verificato esattamente quello che temevamo, con il Comune di Lecce a un passo dal dissesto finanziario” commenta Mazzotta, “la pronuncia della Corte dei Conti, che ha bocciato il piano di riequilibrio finanziario adottato nel 2019, era nell’aria. L’amministrazione, evidentemente, accanto all’assenza di una linea politica e di un progetto per la città, non è stata capace di proporre ai magistrati contabili un documento convincente e sostenibile per rimettere in sesto le casse pubbliche”.

“Ovviamente, per il bene di Lecce, ci auguriamo che si possa addivenire ad una conclusione meno infelice” auspica il coordinatore azzurro, “perché i riverberi sulla comunità sarebbero dolorosissimi. Fino ad ora, però, si tratta della cronaca di un fallimento annunciato e se Salvemini ha a cuore la città, dovrebbe aprirsi al contributo di tutti, anche delle opposizioni, per trovare una soluzione condivisa”.

  

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