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Coste, Regione bocciata: "Norme incostituzionali"

Il vicesindaco di Lecce Adriana Poli Bortone bacchetta Vendola: "L'incompetenza del Governo regionale produce danni alle strutture balneari e turistiche". La tutela ambientale è competenza statale

La Corte costituzionale, con sentenza numero 232 del 27 giugno scorso, ha stabilito l'incostituzionalità della norma contenuta nel comma 4/bis dell'articolo 11 della Legge Regionale 17/06 sulla "disciplina della tutela e uso della costa". A renderlo noto è direttamente Palazzo Carafa, con un comunicato che evidenzia i passaggi chiave della sentenza. La norma - si spiega -, nel prevedere che le opere precarie funzionali alle attività turistico ricreative realizzate nel demanio marittimo possano essere mantenute per l'intero anno, oltre quindi il periodo estivo originariamente assentito, anche in deroga ai vincoli previsti dalle normative in materia di tutela territoriale, paesaggistica, ambientale e idrogeologica, a giudizio della Corte viola l'articolo 117, comma 2, lettera s) della Costituzione, posto che la disposizione regionale consente il mantenimento delle opere in questione in mancanza della necessaria positiva valutazione di compatibilità paesaggistica richiesta dall'articolo 146 del decreto legislativo 42/2004.

La tutela ambientale e paesaggistica, infatti, rientra nella competenza legislativa esclusiva dello Stato. Ciò, se non esclude la possibilità che leggi regionali, emanate nell'esercizio della potestà concorrente di cui all'articolo 117, comma 3, della Costituzione o di quella residuale di cui all'articolo 117, comma 4, possano assumere tra i propri scopi anche indirette finalità di tutela ambientale, non consente, tuttavia, che le stesse introducano deroghe agli istituti di protezione ambientale uniformi, validi in tutto il territorio nazionale, nel cui ambito deve essere annoverata l'autorizzazione paesaggistica.

E puntuale, insieme alla nota, arriva anche il commento del vicesindaco e assessore alla Fascia costiera Adriana Poli Bortone. "I pasticci della Regione Puglia non finiscono mai ed in questo caso riguardano le attività produttive della fascia costiera ed un conseguente danno per gli stabilimenti balneari. Una legge evidentemente sfortunata - continua - che non ha visto alcuna norma attuativa e adesso è stata dichiarata in parte incostituzionale, e quel che è meglio su osservazione dell'ex ministro del Governo Prodi Linda Lanzillotta, che sollevò il problema. Sicchè questa norma che fu inserita nella legge numero 17 non potrà produrre effetti. Ciò la dice lunga sulla attività legislativa della Giunta Vendola che evidentemente non conosce i limiti costituzionali previsti dall'articolo numero117 per la competenza legislativa esclusiva dello Stato", prosegue Adriana Poli Bortone, rincarando la dose . "Una norma quindi che poteva essere approntata soltanto a livello statale sul nuovo codice dei Beni Culturali. Stiamo operando per evitare che l'incompetenza e la demagogia del Governo regionale debbano ancora una volta produrre danni all'economia pugliese e nel caso specifico alle strutture balneari e turistiche in generale. Ci impegneremo sino in fondo - conclude il vicesindaco - per evitare che alla fine della stagione si debbano procurare ulteriori danni a chi già ne sta subendo abbastanza a causa della superficialità e della noncuranza di una Giunta che dimostra quotidianamente di non avere assolutamente a cuore la valorizzazione delle potenzialità turistiche del territorio regionale".

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