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Cultura e ricerca, leve dello sviluppo. Inaugurato il 62esimo anno accademico

Il sottosegretario D'Onghia: "Università italiane all'altezza". Il rettore Zara chiede pari opportunità per gli atenei del Sud e maggiori risorse

LECCE – Cultura e ricerca come leve fondamentali per la partecipazione e lo sviluppo: è stato questo il tema affrontato durante la cerimonia di inaugurazione del 62esimo anno accademico dell’Università del Salento che si è svolta questa mattina, come di consueto, presso il centro Ecotekne di Monteroni. Ai lavori ha partecipato anche il sottosegretario all’Istruzione Angela D’Onghia che ha voluto stemperare le polemiche sui finanziamenti risicati toccati in sorte all’ateneo salentino e, più in generale, sul momento di crisi economica attraversato dal sistema accademico: “L’università italiana è all’altezza del compito che le è assegnato e questo governo ha messo al centro del dibattito il tema della formazione, considerata un motore propulsivo per affrontare le sfide della globalizzazione”.

La necessità di fare rete tra gli atenei del Sud è stata sottolineata sia dall’esponente di governo che dal rettore Vincenzo Zara che, a questo proposito, ha annunciato la novità di una nuova e più ricca offerta formativa, costruita in collaborazione con le università di Bari, Foggia e della Basilicata: “La collaborazione, più che la competizione, tra università è importante per noi, così come è necessario che gli atenei del Sud godano delle stesse opportunità concesse a quelle del settentrione”.

“Qualche settimana fa abbiamo diffuso i dati delle immatricolazioni di quest’anno accademico – ha aggiunto Zara nel corso del suo discorso – : dopo anni di decremento, gli studenti sono aumentati del 4 per cento ma la strada è ancora lunga. Abbiamo bisogno di un aiuto, di trasporti efficienti, di servizi puntuali e di qualità per attrarre i ragazzi, di risorse economiche adeguate e di un dialogo onesto e fattivo con gli esponenti politici”. Per parte sua, UniSalento ha messo in campo interessanti novità, come l’attivazione di tre nuovi corsi di laurea e se c’è una certezza, secondo il rettore, è nella capacità dell’ateneo salentino di attirare fondi utili. “Grazie a due efficaci progetti per l’orientamento, potremo usufruire di un finanziamento regionale extra di 500 mila euro e di altri 500 mila per sostenere, invece, l’internazionalizzazione”. L’istituzione, nell’ultimo triennio, ha potuto registrare anche un aumento significativo delle assunzioni e dei passaggi di ruolo. Ora, però, secondo il rettore, serve un salto di qualità: “Bisogna passare dalla vecchia concezione centrata sul bisogno dei singoli ad una nuova ambizione centrata sulla crescita dell’intera comunità accademica, lavorando insieme per il raggiungimento di obiettivi condivisi”.

L’intervento del presidente del Consiglio degli studenti, Robert D’Alessandro, è stato preceduto da un gesto altamente simbolico: l’esposizione di uno striscione “No Tap”. Anche all’ingresso del centro congressi, gli studenti hanno affisso un lenzuolo che inneggia alla salvaguardia del territorio in contrasto con gli interessi economici della multinazionale che ha avviato i lavori di costruzione del metanodotto, sgombrando gli ulivi dal cantiere di San Basilio. Oltre alla posizione critica nei confronti del progetto, D’Alessandro ha posto l’accento sulla distanza che intercorre tra gli atenei del Sud e quelli del Nord d’Italia e d’Europa. “Qui la crisi ha colpito in modo violento ed è noto il fenomeno della fuga dei cervelli – ha chiosato -. Siamo tra i primi paesi europei per pressione fiscale universitaria e la platea di chi può permettersi gli studenti continua a restringersi, senza calcolare il numero chiuso. Io sono uno di quegli studenti che, invece, ha deciso di restare, perché questa terra ha bisogno di futuro ed il futuro siamo noi”.

Il presidente della consulta del personale tecnico-amministrativo, Paola De Matteis, ha posto invece l’accento sulle difficoltà quotidiane di chi all’interno dell’ateneo lavora e fa i conti con l’ansia di un futuro incerto. Ed ha auspicato che, in virtù del grande contributo offerto, il personale possa operare sempre nelle migliori condizioni di benessere organizzativo e nutrire le giuste aspettative per una piena valorizzazione professionale.

Alla cerimonia ha partecipato anche il direttore generale Emanuele Fidora che ha focalizzato il suo intervento sul percorso di ottimizzazione delle gestione amministrativa sia delle funzioni centrali che di quelle periferiche. “Il nostro  obiettivo è quello di dotare l’ateneo di una struttura efficiente capace di rispondere alle continue sfide di miglioramento dei servizi. Purtroppo però l’innovazione digitale da sola non basta: è necessario l’apporto dei singoli ed è per questo che sono convinto del ruolo strategico della formazione continua”, ha concluso il direttore. 

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