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Da destra a sinistra coro unanime: “Serve riforma della giustizia”

Perrone ringrazia Buffa per aver evidenziato il "buon operato" dell'amministrazione nella vicenda giudiziaria di Via Brenta. La Capone sottolinea come l'aumento dei costi metta a rischio i diritti "costituzionalmente protetti"

LECCE – La politica leccese commenta le dichiarazioni del presidente della Corte d’Appello, Mario Buffa, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Paolo Perrone, sindaco del comune capoluogo, ringrazia Buffa, per “aver ritenuto di dover pubblicamente evidenziare il buon operato dell'amministrazione comunale nella risoluzione della vicenda giudiziaria dei palazzi di via Brenta”.

“Contrariamente a chi mostra, ancora oggi, oggettive difficoltà a voler riconoscere i risultati ottenuti – afferma -, il presidente Buffa ha inteso sottolineare l'azione positiva da noi intrapresa che, nel caso specifico, ha portato concretamente alla risoluzione di un contratto capestro, che avrebbe disastrosamente minato l'equilibrio delle casse comunali, con ricadute su tutta la comunità leccese”. “Raccolgo con grande soddisfazione – prosegue - l'attestazione di merito da parte del Presidente Buffa, la cui vicinanza, così come quella di tutta la Magistratura salentina, mi è stata utile per riuscire ad affrontare questa battaglia politicamente in estrema solitudine, mancando del tutto il supporto di un opposizione che (in questo caso più che mai) avrebbe dovuto difendere a spada tratta la sua città”.

Perrone evidenzia come “da anni, forse decenni, si avverte la necessità di riformare la giustizia italiana. E da troppi anni, purtroppo – continua -, non si riesce ad avviare un percorso che conduca tutti in questa direzione. Il problema di fondo è che le classi politiche, tutte, non sono mai riuscite a sottrarre il dibattito sulla riforma della giustizia dalle posizioni ideologiche”. “Oggi – conclude - muovere i primi passi diventa un'esigenza, per dotare il nostro Paese di uno strumento che possa renderlo veramente moderno e competitivo".
 

Loredana Capone, vicepresidente della Regione Puglia e candidata sindaco del centrosinistra a Lecce, sottolinea come l’aumento dei costi di accesso alla giustizia metta a rischio la tutela dei diritti costituzionalmente protetti: “L’ampia e dettagliata relazione del presidente della Corte d’Appello Mario Buffa durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario – dichiara -, ha descritto un sistema giudiziario intriso di difficoltà e di affanni, lontano ancora dal poter definire in tempi brevi e utili i contenziosi, per quanto importante sia lo sforzo fatto dai singoli magistrati e dal personale amministrativo. Professionalità ristrette nel numero e con troppe poche risorse per poter affrontare il carico loro assegnato”.

“D’altra parte tanti anni sono trascorsi senza che ci fossero vere e concrete riforme. Anni in cui, da ultimo, si è pensato più a screditare gli organismi giudiziari che non a sostenerne gli sforzi - afferma la Capone -, oggi, da amministratrice pubblica, vedo un ulteriore pericolo nell’aumento dei costi di accesso alla giustizia. Un pericolo che riguarda la stessa tutela dei diritti costituzionalmente protetti”.

“Il decremento dell'attività della giurisdizione, infatti – insiste -, specialmente di quella amministrativa, a causa dell'aumento dei costi che il cittadino ha enormi difficoltà a sostenere, è un segnale negativo, poiché ritengo che l'intervento del giudice abbia un effetto educativo e moralizzatore sull'azione dei pubblici poteri, mentre le decisioni giurisdizionali costituiscono imprescindibili fattori di stimolo alla crescita complessiva del sistema. Tante volte proprio dal confronto cittadino- pubblica amministrazione nelle aule amministrative sono giunte linee guida per il comportamento degli attori del sistema - conclude la Capone - pregiudicare quel confronto a causa dell’insostenibilità dei costi di accesso significa limitare i diritti e pregiudicare quelle linee guida”.

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