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Da movimento a partito. Il "nuovo" Pdl mette radici

Convention con il ministro Fitto e molti dirigenti e amministratori provinciali. Congedo insiste sulla necessità di superare il berlusconismo, Perrone ammonisce: "Tessere non solo per finanziare"

LECCE - Slogan non poteva essere più appropriato. "Rinnoviamo il partito e diamo forza al governo", così il Pdl salentino ha lanciato lo sprint finale della campagna di tesseramento. Termine ultimo per "arruolarsi" nel popolo azzurro, il 31 ottobre. Sul palco del multisala Massimo si sono succeduti il coordinatore provinciale, Cosimo Gallo, il consigliere regionale Erio Congedo, il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, il sindaco di Lecce, Paolo Perrone e il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto.

Tutti sulla stessa lunghezza d'onda rispetto alla necessità di costruire un partito solido e radicato, superando la fase del movimentismo e del personalismo. A dirlo con maggiore chiarezza di tutti, e con il dono della sintesi proprio dei "mantovaniani", è stato Erio Congedo che si è augurato che alla frase "Meno male che Silvio c'è", possa affiancarsi quella che pone il partito come soggetto. Tanto più in una fase storica nella quale soffia forte il vento dell'antipolitica, tema sul quale sono tornati anche Antonio Gabellone e Paolo Perrone.

Il sindaco di Lecce, già ricandidato a succedersi, ha sottolineato come si percepisca una distanza della gente comune dalla politica simile a quella, intrisa di rancore, dell'era di tangentopoli ma ha aggiunto: "Le ricette però devono essere diverse e noi dobbiamo formare un partito di partecipanti". Ed ha ricordato ai tanti dirigenti ed amministratori giunti da tutta la provincia come le tessere, talvolta, siano state viste come uno strumento per il finanziamento e non per il coinvolgimento attivo.

La convention è stata conclusa dal ministro Raffaele Fitto che, parlando delle elezioni amministrative, ha dato il via libera alle primarie, auspicando che gli eventuali partecipanti - "magari potrebbero essere più di due" - lavorino per costruire una coalizione più forte dal giorno successivo alla competizione interna, indipendentemente dal vincitore. Insomma, il sospetto che qualcuno giochi più a dividere che a costruire c'è, e forse nemmeno è a conoscenza, il giovane ministro, della capatina della senatrice Poli Bortone alla manifestazione del Terzo polo, in piazza Libertini (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=30701).

Quanto alla dimensione nazionale, il ministro ha rammentato le difficoltà con le quali il governo si deve confrontare nell'attuale congiuntura internazionale, invitando i suoi a fare quadrato intorno al segretario politico Angelino Alfano. L'esecutivo - ha sottolineato - si adopererà per una concentrazione delle risorse sugli interventi strategici, portando ad esempio lo sblocco della questione della statale 275. E, a chi gli porta la eco delle parole del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha parlato di un governo oramai finito, risponde: "Per noi parlano i numeri, è il solito dibattito che si ripresenta tra un voto di fiducia e l'altro".

In platea tanti i sindaci, gli amministratori, i consiglieri di tutti i livelli istituzionali, i parlamentari: Rocco Palese, Simona Manca, Raffaele Baldassarre, Roberto Marti, Ugo Lisi, Rosario Giorgio Costa, Vincenzo Barba. Soprattutto dal loro impegno dipende il risultato di questo tentativo di radicamento in una forma organizzata e stabile. Nella consapevolezza diffusa, ma nessuno lo dice ancora chiaramente, che l'orizzonte è quello di un Pdl oltre Berlusconi.

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