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Dalla maggioranza si alza una voce: "Via le indennità"

Nel consiglio comunale di Lequile, il consigliere Antonio Spedicato ha proposto ieri sera, tra l'imbarazzo della maggioranza, di azzerare le indennità per far fronte ad un debito fuori bilancio

E' stata una specie di doccia fredda per la maggioranza del Comune di Lequile guidata dal sindaco Fabio Lettere. Non se l'aspettavano che un loro consigliere, ex delega al Bilancio, dicesse in pieno consiglio comunale, tenuto ieri sera a Palazzo di città, azzeriamo le indennità per sindaco e assessori. Ovviamente la proposta del consigliere con delega alla Politiche comunitarie Antonio Spedicato, dei Socialisti autonomisti, di professione consulente finanziario, era legata all'argomento di cui dibatteva l'assise cittadina: il riconoscimento di un debito fuori bilancio, pari a circa 250mila euro, con il quale l'amministrazione dovrà fare i conti a causa di una lunga controversia. E siccome, come spesso accade in quasi tutti i piccoli comuni, i contenziosi possono rappresentare potenziali debiti fuori bilancio, il consigliere Spedicato ha proposto lo stop alle indennità.

"La mia è stata una provocazione, ma poi alla fine non tanto - dice - perché credo che ormai sia giunto il tempo in cui è necessario fare una doverosa distinzione tra indennità aggiuntiva e indennità sostitutiva". In che senso? "La questione, per quanto delicata possa apparire, può essere in realtà affrontata con l'obiettivo comune di salvaguardare il bilancio, creando cioè le condizioni per poter disporre di un fondo a cui l'amministrazione può attingere in caso di necessità".

Facciamoci due conti pubblici. L'amministrazione comunale di Lequile è costituita dal sindaco più sei assessori. Le indennità per il primo cittadino ammontano a circa 1.900 euro al mese, mentre per gli assessori queste di riducono del 50 per cento, vale a dire che coloro che fanno parte della giunta percepiscono circa 900 euro mensili. Se tutti decidessero di fare a meno dei loro rispettivi compensi, il Comune di Lequile, facendo i conti della serva, metterebbe nel suo salvadanaio circa 87mila euro all'anno. Ora, immaginiamo che la stessa idea venisse presa in considerazione dagli altri comuni salentini e, perché no, compreso il Comune di Lecce. Quanto denaro pubblico si risparmierebbe? Un oceano di eruo.

"La questione però andrebbe attentamente valutata facendo distinzione tra indennizzi aggiuntivi e indennizzi sostitutivi: intendo dire - spiega Spedicato - che in realtà i compensi che si percepiscono nel nostro comune possono essere ritenuti tutti aggiuntivi, perché la giunta è costituita per la maggior parte da professionisti, amministratori che già possono contare sulla propria professione e che quindi potrebbero fare a meno, per così dire, dei compensi garantiti dalla legge". E aggiunge: "Secondo il mio punto di vista, invece, gli indennizzi sostitutivi spetterebbero a quegli amministratori che svolgerebbero il loro ruolo a tempo pieno, non avendo altro lavoro che fare l'amministratore. Quindi, non sono assolutamente contrario ai compensi percepiti da coloro che svolgono il ruolo di assessore o di sindaco ma la mia proposta sostiene il compenso a chi ha scelto di operare nella pubblica amministrazione proprio come se questo fosse il suo unico impiego per il bene della collettività".

"Mi rendo conto che ieri sera in consiglio comunale non si aspettavano questa mia proposta, per cui immagino che sia stata vista come un agguato alla maggioranza, ma posso assicurare che così non è. Nel concreto l'idea è solo quella di risparmiare denaro pubblico, così da garantire alle casse comunali liquidità nel caso di bisogno, tutto qui".

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