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A bocce ferme

Delibera bocciata: Progetto Città contesta il merito e ribadisce lealtà alla giunta

Il gruppo consiliare spiega le proprie ragioni dopo il passaggio che ha agitato le acque nella maggioranza. E dalla minoranza l'ex assessore Martini ironizza: “In altri tempi, dimissioni”

LECCE – Il gruppo consiliare di Progetto Città, che ieri ha votato con il Pd contro una delibera riguardante un progetto di ristrutturazione e recupero di una masseria nel parco di Rauccio, mandando sotto la maggioranza, ribadisce lealtà al mandato degli elettori e al governo cittadino rivendicando però la possibilità di dissentire nel merito di provvedimenti che non hanno a che fare con i pilastri del programma elettorale.

In una nota il gruppo ricorda di aver votato e sostenuto nel dibattito in aule il Documento unico di programmazione e il bilancio di previsione 2022-2024, “due provvedimenti che, per le dinamiche sopra enunciate, hanno confermato la solidità del rapporto politico rispetto alle linee programmatiche di mandato e riconfermato il rapporto fiduciario tra Progetto Città e il governo Salvemini”.

I tre consiglieri che formano il gruppo – Pierpaolo Patti, Carlo Mignone, Marco Giannotta – segnalano anche le proposte avanzate nell’ambito di una condivisione con il resto della maggioranza: dall’ordine del giorno per la proroga dei permessi di occupazione del suolo pubblico al 30 settembre a quello per la fattibilità di una rotatoria all’incrocio tra viale Gallipoli e viale dell’Università.

Per quanto riguarda la delibera non approvata, Progetto Città fa presente di aver manifestato la propria contrarietà nella riunione che ha preceduto il consiglio, di aver poi aderito in aula alla richiesta di rinvio avanzata dal Pd e di aver, infine, confermato il voto contrario per ragioni di merito, ritenendo il progetto non abbastanza coerente con il contesto di turismo sostenibile. Il gruppo, per delimitare la portata di quanto accaduto in aula, ricorda le parole che il sindaco aveva già pronunciato durante il dibattito, poco prima del voto: “Io ho sempre ribadito alla mia maggioranza - queste le parole di Salvemini - che la libertà di voto e di opinione non deve essere assolutamente schiacciata dal vincolo di maggioranza perché nessuno ha chiesto un voto a prescindere, nessuno ha chiesto un voto di fiducia, ma in questa occasione come in altre si sta sollecitando e suggerendo un voto di merito rispetto al quale ci si esprimerà”.

Martini: “Dimissioni, roba di altri tempi”

Dalla minoranza di centrodestra arriva il commento di Severo Martini, esponente della Lega: “Il sindaco è andato avanti con la sua solita arroganza andando allo scontro non solo con l’opposizione, ma anche con la parte più rappresentativa della sua maggioranza ed è andato sotto abbandonando stizzito l’aula consiliare. In altri tempi, tempi più seri, ma soprattutto con personaggi politici più seri e di spessore, una situazione del genere avrebbe voluto dire, per dignità e responsabilità politica, solo una cosa: dimissioni”.

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