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Restyling del verde attorno al carcere di Borgo San Nicola: ci pensano i detenuti

Tre uomini reclusi nel penitenziario leccese hanno piantato essenze di mirto e leccio, varcando il cancello sotto lo sguardo discreto e soddisfatto del direttore, Antonio Fullone. E' il primo passo di un progetto di formazione più ampio

LECCE – L’ultimo dei loro pensieri è stato quello di proteggersi dal sole, giù piuttosto caldo in una giornata che, finalmente, sa di primavera. Tre detenuti del carcere di Borgo San Nicola, insieme agli uomini dell’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali – sotto lo sguardo del direttore, Antonio Fullone -, hanno sistemato con cura pianto di mirto e leccio negli spazi verdi lungo il viale che porta al penitenziario. Una sorta di biglietto da visita per una struttura finita molte volte sotto osservazione per il problema, comune a tutte le carceri italiane, del sovraffollamento.

Un’attività comune, quasi banale quella di oggi, di quelle, insomma, che non attirerebbero l’attenzione dei passanti ma che, nel caso specifico ha assunto un grande significato simbolico e che racchiude il senso di potenzialità di inclusione sociale ancora in gran parte da scoprire da scoprire all’interno del sistema carcerario italiano.

Si tratta di un progetto pensato per dare ad un numero maggiore di carcerati una formazione pratica che possa essere spesa in attività di utilità pubblica, sia dentro che fuori dall’istituto di pena dove attualmente sono recluse, a fronte di circa 800 dipendenti tra agenti di polizia penitenziaria e personale, 1200 persone.

Un numero comunque elevato, considerata la capienza, ma che nei primi mesi del 2013 è diminuito rispetto al picco dello scorso anno, grazie ad un ricorso più selettivo alla detenzione che rientra nell’ambito di provvedimenti legislativi e di direttive politiche finalizzate a tamponare la questione del sovraffollamento. Alla questione ha fatto esplicito accenno anche la neo presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, dopo che già, nel discorso di fine anno, c’era stato un passaggio piuttosto netto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

A proposito del penitenziario leccese – che è tra i più grandi del Paese - mancano solo pochi dettagli procedurali per il via libera alla costruzione del nuovo padiglione. Al momento il direttore non è in grado di dire se servirà ad aumentare la popolazione carceraria, accogliendo nuovi detenuti, oppure se, come auspicabile, verrà utilizzato per diminuire l’attuale densità di persone rinchiuse nella stessa cella. Cosa se ne farà spetta stabilirlo all’amministrazione penitenziaria centrale, naturalmente su input della classe dirigente.

Presente anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Lecce, Andrea Guido, che ha avviato con la direzione del penitenziario una collaborazione che riguarda, tra l’altro, anche l’avvio della raccolta differenziata.

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