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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Dietrofront sul fallimento di Alba Service. La palla torna alla Provincia

L'istanza è stata rigettata dal tribunale ed è tutto da rifare. La minoranza in Consiglio chiede un piano per salvare la società, i dipendenti vogliono gli stipendi

LECCE – Scongiurato, almeno per ora, il rischio di fallimento per Alba Service. Il tribunale di Lecce ha infatti rigettato l’istanza presentata dal presidente del collegio dei revisori, Filippo Calò, per vizi procedurali. Tutto da rifare dunque e la "patata bollente” della vertenza è tornata nelle mani della Provincia di Lecce. La novità giudiziaria ha determinato un cambiamento di rotta nei lavori avviati oggi dalla 2° Commissione consiliare Patrimonio e Lavori pubblici che si è occupata, in seconda convocazione, proprio della società partecipata.  

C’è un altro buon motivo, però, in virtù del quale la minoranza di Palazzo dei Celestini e i sindacati sono tornati a sostenere l’infallibilità della Spa. Ed è in una recente sentenza 251 della Corte costituzionale che ha bocciato la riforma Madia nei suoi punti cruciali, uno dei quali tocca direttamente le società partecipate. Entrando più nel dettaglio, così come ha scritto Giuseppe Mancarella, referente Cobas, in una lettera indirizzata al presidente del tribunale di Lecce, Silvestrini, “la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della cosiddetta riforma Madia (articoli 11, 17, 18 e 19) e la stessa sentenza coinvolge anche i relativi decreti attuativi, tra cui il disegno di legge 175/2016 che aveva disciplinato la crisi d’impresa per società a partecipazione pubblica, assoggettandola alle disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo che hanno perduto la legge delega di base”.

Sventato il peggio, Alba Service continua però a brancolare nel buio. 130 famiglie sopravvivono da oltre un anno senza percepire lo stipendio e le casse della società piangono miseria. La Commissione di Palazzo dei Celestini ha cercato la quadra del cerchio sui conti in rosso, anche questa mattina. Per risollevare le sorti funeste serve una poderosa iniezione di liquidità: i 4 milioni e 800 mila euro versati nelle casse dell’ente per assicurare i servizi essenziali (manutenzione delle scuole e viabilità) potrebbero ritornare direttamente nelle mani dello Stato ed essere di fatto utilizzati per ripianare i debiti accumulati dalla Provincia di Lecce in virtù dei tagli. Calcolatrice alla mano, servirebbero 3 milioni e mezzo di euro per la parte corrente ed altri 5 per la ricapitalizzazione. Si apre, però, uno spiraglio per i dipendenti: l’ente ha accumulato un debito di 690 mila euro con Alba Servizi per lavori già svolti dalla società. L’opposizione in Consiglio e le parti sociali hanno quindi chiesto che queste somme vengano utilizzate per il pagamento di una o due mensilità arretrate dai lavoratori. Né più né meno di una boccata d’ossigeno fino a Natale, ma la soluzione definitiva appare lontana.

Le organizzazioni sindacali pretendono che i lavoratori tornino in servizio a pieno regime, alla luce del dietro-front sul fallimento. I consiglieri d’opposizione vogliono risposte dal presidente Antonio Gabellone, come puntualizza Danilo Scorrano: “Abbiamo chiesto la formulazione di piano industriale per salvare Alba Service perché la partita non è chiusa”. Nelle prossime ore si deciderà come e quando riaprire i termini della vertenza che potrebbe divenire oggetto di un nuovo tavolo istituzionale (l’ennesimo), convocato in prefettura, o tornare al centro dei lavori della prossima seduta del Consiglio provinciale, già fissato per mercoledì 30 novembre.

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