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Rotundo diffamò Perrone? Si va verso un accordo bonario

La querelle, sulla lottizzazione dei terreni Iskenia, risale alla campagna elettorale del 2007. Il sindaco di Lecce aveva chiesto un risarcimento di 300 mila euro da devolvere ai servizi sociali

LECCE – E’ stata rinviata al prossimo 10 gennaio l’udienza del processo che vede come imputato Antonio Rotundo, il capogruppo dell'opposizione a Palazzo Carafa, accusato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti del sindaco di Lecce Paolo Perrone. La battaglia giudiziaria tra i due risale all'epoca delle elezioni comunali del 2007, quando entrambi erano candidati alla poltrona di primo cittadino. Il diverbio nacque nel corso di puntata della trasmissione di TeleRama "Open".

Rotundo in quell'occasione attaccò l’attuale sindaco del capoluogo salentino, affermando che la lottizzazione dei terreni Iskenia era legata all’interesse di alcuni parenti di Perrone. Da lì la querela del sindaco di Lecce, che si è poi costituito parte civile e ha chiesto un risarcimento danni di 300mila euro da devolvere, in caso di vittoria, in beneficenza a favore dei servizi sociali.

A distanza di oltre quattro ani da quell’infuocato dibattito, la soluzione sembra finalmente vicina.  A chiedere il rinvio dell’udienza, infatti, sono stati i legali dei due, gli avvocati Andrea Sambati e Federico Massa. I due contendenti avrebbero già raggiunto un possibile accordo bonario, che dovrebbero formalizzare nelle prossime ore. Tutto dovrebbe concludersi con delle scuse ufficiali. 

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