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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Specchia

Casarano e Specchia, le dimissioni "diverse" di due primi cittadini

Gianni Stefano lascia in accordo con la sua maggioranza per partecipare alle regionali con Fitto. L'addio di Alessandra Martinucci in polemica con la sua squadra

LECCE – Due sindaci si spogliano della fascia tricolore, ma con motivazioni molto diverse. Gianni Stefano, dopo otto anni alla guida di Casarano, lascia la poltrona per concorrere alle elezioni regionali, al fianco di Raffaele Fitto, nella sfida al governatore uscente Michele Emiliano, in accordo con la sua stessa maggioranza, dopo una serie di confronti e riflessioni.

Alessandra Martinucci, invece, giovane prima cittadina di Specchia, eletta con la lista civica Fare, dopo poco più di un anno abbandona in totale rotta di collisione con intere parti del suo stesso governo cittadino. Nei giorni scorsi si erano già dimessi vicesindaco, assessore ai Lavori pubblici, assessore al Turismo, assessore ai Servizi sociali. Insomma tra frizioni e accuse, il suo addio era ormai un fatto scontato. L’unico elemento che unisce le due vicende, allora, la circostanza che le dimissioni siano state protocollate nella stessa giornata, quella di ieri.  

Stefano: "Servire la comunità in Regione Puglia"

Circa Stefano, questi ha chiarito come dietro alla sua scelta non vi siano frizioni politiche o problemi amministrativi, ma la volontà di “continuare a servire la mia comunità che chiede da tempo di avere un rappresentante autorevole nella prossima tornata elettorale di settembre per il rinnovo del Consiglio regionale della Puglia al fine di tutelare e promuovere i legittimi interessi ed istanze della nostra città e del nostro territorio provinciale”. Una scelta, quella di proseguire il cammino in politica sotto un’altra veste, che ha però portato ad alcuni commenti contrastanti fra i cittadini, fra chi ha posto gli auguri per il futuro e chi è rimasto perplesso, ritendo che gli interessi della città si possano curare meglio solo da primo cittadino.

Tant’è. Onde evitare una lunga fase di commissariamento e arrivare subito alle elezioni per un nuovo governo cittadino già a settembre, anche i consiglieri comunali della maggioranza consiliare di Casarano hanno rassegnato le proprie dimissioni, ritenendo che Stefano possa rappresentare a Bari gli interessi locali contro “le vessazioni, i torti, gli ingiustificabili e ingiustificati errori, le scelte politiche dissennate del governo regionale uscente a danno della nostra città”. Hanno firmato le dimissioni Alberto Vizzino, Alessandro Antonaci, Giacomo Bellomo, Fabiola Casarano, Giulia De Lentinis, Gianni Ferrari, Francesca Pirri, Rosi Scarangella e Antonio Torsello.

Martinucci e la rottura con la sua maggioranza

Diversa, come anticipato, la situazione a Specchia, un piccolo borgo con grandi problemi, se è vero che attriti e frizioni hanno portato all’addio. “La mia sconfitta personale – scrive in aperta polemica Alessandra Martinucci, in una lunga lettera protocollata al Comune - è quella di non essere riuscita a scardinare un sistema viziato sotto diversi profili, primo tra tutti sotto il profilo umano e delle responsabilità, ma l'incapacità, evidentemente, non è solo la mia ma è certamente di tutti, anche se può far comodo, seppur sia scorretto, in virtù di velleità politiche di qualcuno, attribuire a me la colpa di tutto”.

E, ancora, toni duri: “Ho conosciuto un ambiente profondamente insalubre e nonostante credessi che con le mie mani operose avrei potuto ripristinare quegli ingranaggi ossidati così da contribuire al cambiamento di un modo di fare politica, purtroppo, questa sfida con me stessa non l’ho vinta. Ingranaggi macchinosi e bloccati, condizionati dalla sete di rivalse personali e beghe di piccolo calibro”. E, ritenendosi una persona libera, aperta al confronto aperto anche con la minoranza (cha fine lettera ha ringraziato), ha aggiunto: “Ho dovuto assistere a tristi e vergognosi momenti anche nella sede istituzionale, urla, offese personali, anche nei miei confronti, di assessori poco rispettosi del mio ruolo e soprattutto del ruolo che ricoprivano, tentativi costanti di dividere, di creare incomprensioni, spie nascoste dietro le porte per ‘controllare’ le mie riunioni”.

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