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“Direttore di distretto e sindaco, s’intervenga”. Pedone all’attacco scrive a Lopalco

All’indomani del primo consiglio non sono mancare le polemiche sulla questione sollevata dalla minoranza: la doppia funzione rivestita dal neo-eletto sindaco Giovannico, già di direttore del Distretto socio-sanitario di Lecce e ora alla guida del Comune di Lizzanello. La norma non prevederebbe incompatibilità

LIZZANELLO - Mentre il nuovo sindaco Costantino Giovannico ha già ripreso in mano le redini dell’amministrazione comunale di Lizzanello, dopo il responso elettorale di inizio ottobre, soffia forte anche il vento della contestazione da parte dell’opposizione  del centrosinistra.

All’indomani, infatti, del primo consiglio comunale che ha proclamato gli eletti delle ultime elezioni amministrative, nominato all’unanimità Antonio Russo presidente dell’assise e con l’approvazione degli indirizzi di governo, non sono mancare le polemiche a corredo su un questione sollevata dalla minoranza: la doppia funzione attualmente rivestita dal neo-eletto sindaco di direttore del Distretto socio-sanitario di Lecce e appunto quella di candidato prima e primo cittadino ora di un comune del suo stesso distretto.

Il tema ha assunto i canoni dell’attualità ed è particolarmente interessante perché viene posta in discussione l’attuale struttura normativa, che al momento sembra assecondare la possibilità della doppia funzione. Ma sulle ragioni dell’opportunità politica e sul bisticcio funzionale il sindaco uscente  e ora consigliere di opposizione, Fulvio Pedone, ha redatto una dettagliata nota che ha fatto pervenire all’assessore regionale della Sanità Pier Luigi Lopalco, al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, tramite la prefettura ed al ministro della Salute, Roberto Speranza, nonché al presidente della Regione, Michele Emiliano, all’Anac ed al direttore generale dell’Asl di Lecce, Rodolfo Rollo.

La nota è stata sottoscritta insieme ai candidati della sua lista “Un Paese da Amare” ed al segretario del Pd di Lizzanello e Merine. Le ragioni delle lamentele poste dall’ex sindaco Pedone e dai candidati della sua lista, riguardano da un lato “l’inopportunità alla luce degli standard di compliance e presidi anticorruzione” di accorpare tante funzioni in capo alla stessa persona, dall’altro il problema del ruolo elettoralmente strategico che riveste il direttore del distretto socio-sanitario specie in questo periodo di pandemia.

La nota di Pedone a Lopalco

“Egregio Prof. Lopalco” - scrive Fulvio Pedone – “come può dirsi garantita la par condicio elettorale se il proprio avversario politico gestisce, attraverso risorse pubbliche, i servizi sanitari ai cittadini elettori e lo fa anche nel corso della campagna elettorale? Non le farò l’elenco delle prerogative pubbliche cui il direttore del distretto sanitario è chiamato quotidianamente ad assolvere, sa bene l’impatto sociale di una siffatta istituzione pubblica. Un ruolo oggettivamente nevralgico nella gestione dei bisogni sanitari dei cittadini, da ultimo, purtroppo, rafforzato dal periodo pandemico.

E’ un via vai quotidiano di cittadini elettori che intercedono col direttore del distretto per garantirsi una visita medico-specialistica veloce, una raccomandazione per la visita pensionistica, un ausilio ortopedico, un servizio assistenziale o riabilitativo, l’attivazione dell’assistenza domiciliare integrata ecc. ecc.; un via vai anche di medici di medicina generale e pediatri che da lui dipendono per funzione. Ed il direttore di distretto utilizzando risorse pubbliche, si adopera per rendere alla comunità elettiva servizi dovuti, potendo, come avvenuto nel caso di specie anche eccedere nel servizio”.

Spiega ancora Pedone nella missiva, inviata anche all’attenzione dell'avvocato Antonio LaScala del Nirs, il Nucleo ispettivo sanitario regionale, come “sia grave, oltre che lesivo dei basilari principi fondamentali, escludere dall’incompatibilità il direttore del distretto socio-sanitario alla carica di sindaco in un comune del proprio distretto. Ritengo profondamente ingiusta la vulnerabilità normativa in vigore che parrebbe legittimare la possibilità di una simile doppia funzione per i comuni sotto i 15mila abitanti. E’ chiaro che il principio della par condicio elettorale e - sullo sfondo - quello preminente dell’eguaglianza posto a sentinella del nostro sistema democratico ne escono fortemente arretrati rispetto al confliggente diritto soggettivo del candidato direttore di distretto socio sanitario. E’ veramente possibile non limitare il diritto soggettivo di un cittadino che svolge - con risorse pubbliche - funzioni sanitarie così decisive per il benessere sociale?

“A leggere i pareri legali” e qui Pedone si riferisce ad un parere legale redatto dal segretario generale Giacomo Mazzeo e del quale si è discusso in consiglio comunale – “che rinforzano le motivazioni della non incompatibilità emerge l’amara certezza di un vulnus normativo imbarazzante al quale, il governo del 2013, recependo la delega, non ha saputo cogliere ed offrire soluzioni equilibrate, ignorando i limiti dell’impatto sociale di determinate funzioni sanitarie. Il legislatore in quell’occasione, di fatto, si è fatto trovare impreparato rendendo al popolo sovrano un servizio differente rispetto ai parametri utilizzati per altre analoghe ipotesi di conclamata incompatibilità. Già di per sé la limitazione ai comuni con più di 15 mila abitanti rende difforme al dettato costituzionale le prerogative civili dei cittadini in ragione di una mera ed inaccettabile appartenenza numerica, poi la mancata analisi delle funzioni del direttore del distretto socio-sanitario hanno probabilmente fatto il resto”.

Pedone continua il suo intervento indirizzato all’assessore regionale auspicando “la costituzione di un tavolo tecnico a regia regionale - la materia è particolarmente delicata e necessita di approfondimenti, oltre che di modifiche legislative - per evitare che in futuro abbiano a ripetersi, in altri Comuni della nostra amata Puglia, ingiuste diseguaglianze come quelle che ho subito io e con me le mie comunità ed i candidati della mia lista. Le chiedo in tal senso di voler istituire un tavolo tecnico perché si approfondiscano quelle storture giuridiche per le quali un direttore di distretto socio-sanitario possa continuare a candidarsi a sindaco in un Comune del suo stesso distretto in barba alle basilari regole della compliance aziendale e dei presidi anticorruzione che il più semplice dei modelli organizzativi segnalerebbe come attività ad altissimo rischio”.

Pedone, infine, chiude chiedendo l’intervento dell’avvocato La Scala, in qualità di responsabile del  Nirs, perché verifichi la regolarità delle attività del direttore del distretto socio sanitario di Lecce nel corso del periodo pre-elettorale: “Nello stesso tempo vorrà” scrive nella nota, “per quanto le riuscirà possibile, approfondire le condotte del direttore di distretto interessato, in quanto per quel che mi risulta nel corso della campagna elettorale, ma anche prima, ha tolto i freni inibitori istituzionali eccedendo nei servigi pubblici ai cittadini di Lizzanello e Merine”.

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