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Diritto allo studio, passa la proposta di Link di aumentare i beneficiari delle borse

In sede di Consiglio di amministrazione Adisu, l’associazione degli universitari ha strappato l’unanimità nella proposta di innalzare le soglie minime di reddito, necessarie per accedere al bando. Ingrosso, Link: “Inaccettabile far cassa sulle spalle degli studenti”

LECCE - Questa mattina si è tenuto il Consiglio di amministrazione dell’Adisu Puglia, in cui l’associazione degli studenti Link ha presentato la richiesta di rivedere i criteri di accesso ai benefici e ai servizi, nei quali si concretizza il diritto allo studio.

È stata approvata all'unanimità la proposta degli universitari di innalzare le soglie minime di reddito necessarie ad accedere al bando per l'assegnazione delle borse di studio.

Infatti, dal prossimo anno, anche le borse di studio concorreranno a definire l'Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), utilizzato dagli studenti per ottenere le agevolazioni sui servizi universitari e chiedere le borse di studio. È quanto previsto dal decreto numero 159 del 2013 emanato dal governo Renzi ed entrato in vigore da gennaio 2015.

“Riteniamo inaccettabili queste politiche che mirano a far cassa sulle spalle degli studenti, riducendo drasticamente le risorse impiegate per garantire il diritto allo studio”, dichiara Sara Ingrosso, rappresentante di Link in Cda Adisu.

La consulta nazionale dei Caf ha stimato, infatti, che con questa manovra circa il 25 percento degli studenti in tutta Italia sarà espulsa dal sistema diritto allo studio: “È paradossale penalizzare gli studenti, precludendo loro la possibilità di accedere ai benefici proprio a causa della stessa borsa di studio che è stata riconosciuta loro in funzione della propria situazione economica- prosegue Sara Ingrosso - . Con questa piccola vittoria facciamo un passo in avanti nell’arginare il tentativo del governo di rendere elitaria e inaccessibile la formazione universitaria”.

Nonostante in Italia si registri una percentuale di studenti in grado di accedere al sistema del diritto allo studio notevolmente inferiore a quella della maggior parte dei Paesi europei, non si accenna ad invertire la rotta, infatti, ma si rendono i sistemi di formazione ancora più “inaccessibili ed elitari”.

“Per questo siamo soddisfatti della deliberazione del Consiglio di amministrazione e chiediamo alla Giunta regionale di fare propri tali indirizzi e di innalzare i criteri economici, estendendo in questo modo la platea degli idonei”, conclude la referente Link.

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