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Salvemini e la rivoluzione dei trasporti: via il filobus ed Sgm interamente pubblica

Il candidato del centrosinistra convoca i cronisti sulla linea 29 e illustra il suo programma in tema di mobilità. Per la circonvallazione nuovi alberi e percorsi ciclabili protetti. Giliberti replica: "E' solo demagogia"

LECCE – Alle 11.15, quando il filobus numero 29 riparte dalla stazione ferroviaria, a bordo ci sono 16 persone. Una è Carlo Salvemini, candidato sindaco del centrosinistra, gli altri sono suoi collaboratori e molti cronisti convocati per una conferenza stampa itinerante: dismissione progressiva del filobus, pubblicizzazione della Sgm, creazione di un’agenzia della mobilità con competenze anche sull’hinterland.

Sono questi gli ingredienti principali della ricetta politica offerta in alternativa a quella del centrodestra e per dimostrarne la bontà Salvemini utilizza le parole della giunta Perrone riportate dalla delibera di costituzione di parte civile nel processo per presunte tangenti sull’infrastruttura costata 23 milioni di soldi dei contribuenti: “Un’opera pubblica frutto di un’attività illecita che rappresenta per l’amministrazione comunale un danno con effetti permanenti giacché rivelatasi del tutto inadeguata rispetto alle esigenze della città e pressoché inutilizzata dalla popolazione”. Insomma, il centrodestra di Perrone che “smonta” un’opera fortemente voluta dal centrodestra di Adriana Poli Bortone ma che comunque non impedisce che i due siano a sostegno del medesimo candidato sindaco, Mauro Giliberti.

Alla fermata nei pressi della questura sale sul mezzo un cittadino comune (cui farà seguito solo una donna) che subito riconosce il candidato e gli si avvicina per porre alcune domande: ne nasce un confronto nel quale Salvemini ricorda che il Comune non solo non investe da anni un solo euro sulla mobilità pubblica, che funziona solo grazie al contributo regionale, ma anche che nel 2014 ha diviso con il socio privato (Palazzo Carafa ha il 51 per cento) un utile di 3 milioni di euro. Sgm del resto incassa circa 5 milioni all’anno dalla sosta nelle strisce blu mentre tra biglietti e abbonamenti di bus e filobus non arriva al milione.

E’ sabato e il traffico scorre abbastanza fluidamente. Non mancano però le auto ferme sulle corsie preferenziali: chi entra nel tabacchino, chi nel negozio, c’è sempre una ragione per occupare la via degli autobus che si fermano, suonano col clacson e poi deviano il percorso. L’utilizzo del mezzo privato è maniacale a Lecce ed è direttamente proporzionale all’indifferenza di gran parte della cittadinanza verso il servizio pubblico, la cui inefficienza è per molti anche un alibi. Sono oltre 30mila, spiega Salvemini,  i transiti giornalieri in entrata e uscita dal capoluogo: un volume di traffico e smog che produce inquinamento e caos. Ecco perché serve un’agenzia della mobilità, sostiene il candidato, un soggetto pubblico che avrà il compito di preparare il piano della mobilità sostenibile e i bandi per il trasporto. L’obiettivo è quello di garantire diverse opzioni di spostamento verso i tribunali, gli ospedali, le cliniche, le sedi universitarie, i mercati, il centro.

Nel programma di Salvemini altri due sono i punti qualificanti: la trasformazione della circonvallazione in una cintura verde urbana, con percorsi protetti per le bici e molti nuovi alberi, che farà coppia con la cintura verde extraurbana che corrisponde alla tangenziale lungo le cui via di accesso sono previsti parcheggi di interscambio con corse garantite da e verso il centro. Infine, il candidato, se eletto, proporrà al consiglio di amministrazione di Sgm l’acquisto da parte dei tre piani del parcheggio interrato di viale De Pietro (Ex Enel), che rischia di divenire una cattedrale nel deserto, ma che, insieme all’altro parcheggio, quello di piazza Tito Schipa che per ora esiste solo sulla carta, metterebbe a disposizione oltre mille posti auto.

Per il candidato del centrodestra, Mauro Giliberti, lo smantellamento del filobus non è possibile: "Avrei voluto smontare il filobus prima di lui, ma dove pensa di trovare i circa 20 milioni di euro di finanziamento da restituire al Ministero e alla Regione? Se l’opera si smontasse, i soldi pubblici dovrebbero essere restituiti; questo Salvemini lo sa bene. Questa, purtroppo, è un’operazione demagogica, un tentativo puramente elettorale dal quale, onestamente, speravo si tenesse lontana una persona del suo calibro".

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