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I due volti del centrodestra. Fair play da Coclite e Scorrano

Tra ricorsi e invocazioni alla democrazia sospesa, i messaggi augurali dell'ex assessore alla Cultura e del consigliere uscente raccolgono consensi

LECCE - Tra ricorsi imminenti e invocazioni alla sospensione della democrazia, nel centrodestra c'è chi accetta la sconfitta elettorale con fair play rinunciando anche ad addentrarsi nella questione, aspramente discussa, del pronunciamento dell'Ufficio elettorale centrale che ha attribuito il premio di maggioranza in consiglio comunale alla coalizione del sindaco. 

Luigi Coclite, peraltro avvocato di professione e dunque addetto ai lavori, ha preferito inviare un messaggio augurale di buon lavoro al primo cittadino, Carlo Salvemini, e ad Antonella Agnoli che ha preso il suo posto all'assessorato alla Cultura. E non sfugge che Coclite si sia pronunciato attraverso Facebook proprio poche ore dopo la proclamazione dei consiglieri comunali, cerimonia alla quale gli eletti del centrodestra non hanno partecipato in segno di protesta e di contestazione della decisione dell'ufficio elettorale. L'ex assessore si è candidato nella lista di Direzione Italia, risultando dodicesimo con 371 preferenze: nemmeno in caso di vittoria di Giliberti sarebbe entrato nell'assise cittadina. Il suo gesto è stato apprezzato, certamente dal sindaco, dai sostenitori del centrosinistra ma anche da alcuni di centrodestra.

Sulla stessa lunghezza d'onda, e con gli stessi tempi, l'ex consigliere comunale Giampaolo Scorrano, anch'egli candidato e non eletto in Forza Italia: nel suo post gli auguri non solo per il sindaco, ma anche per l'amico Saverio Citraro, voluto da Salvemini in giunta, per tutti gli assessori e i consiglieri eletti "con l'auspicio che possano portare Lecce ai livelli che merita, avendo particolare riguardo agli ultimi e agli indifesi".

L'altra faccia della destra, però, continua a tenere il punto della contestazione: L'ex sindaco, Paolo Perrone, in un post dal titolo "Voto a perdere" richiama l'interpretazione letterale della legge elettorale, in base alla quale, sottolinea "appare evidente che il fatto che al primo turno una lista o un gruppo di liste abbia superato il 50 per cento dei voti validi - precisamente il centrodestra - impedisca l'assegnazione del 60% dei seggi alla coalizione del candidato sindaco che ha vinto il ballottaggio. È chiarissimo".

Il prosieguo della riflessione è piuttosto polemico: "È possibile che in un Paese normale l'esito del voto, espresso banalmente dall'oggettività dei numeri, sia soggetto a interpretazioni discrezionali? È possibile che in un Paese normale si contempli la possibilità di un 'voto a perdere', cioè una espressione delle preferenze degli elettori a cui si può evidentemente rinunciare senza problemi? Noi siamo convinti di no e vogliamo che sia fatta giustizia della volontà dei cittadini leccesi che hanno scelto uomini e donne da cui farsi rappresentare".

Anche l'ex consigliera Ciccia Mariano ha promesso battaglia nelle aule di giustizia: "Anche se dovessi vedere confermate le mie ragioni dal giudice amministrativo, non entrerei comunque in consiglio comunale. Ma ho concorso all'elezione di 17 consiglieri di centrodestra, così come decretato dal ministero dell'Interno e in alcun modo potrei sentirmi rappresentata dal consiglio comunale eletto da una sentenza creativa e non dal popolo. Anticipo inoltre, che qualora dovesse prevalere la tesi creativa della commissione elettorale, il mio avvocato, Luigi Mariano, impugnerà in via incidentale l'elezione del sindaco Salvemini. Sommando infatti i voti del primo e del secondo turno risulterebbe Giliberti il vincitore della competizione".

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