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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Ecosistema Urbano, per Lecce numeri da debacle sulle politiche ambientali

Il capoluogo salentino presenta dati da bandiera nera, secondo il rapporto: male in materia di verde fruibile e tassi di motorizzazione, meglio su piste ciclabili e solare sugli edifici comunali. Ma in Puglia non brilla nessuno

Bari - Lo stato di salute ambientale dei capoluoghi di provincia italiani non sembra per nulla confortante e lo si deduce dalla ventesima edizione di Ecosistema urbano, l’annuale ricerca di Legambiente e Ambiente Italia, realizzata con la collaborazione editoriale del Sole 24 Ore. Non sorride neanche Lecce che è tra le bandiere nere per il verde fruibile.

Il rapporto è stato presentato oggi a livello nazionale a Bologna e a Bari, per la parte pugliese, in conferenza stampa da Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia alla presenza di Angela Barbanente, vicepresidente della Regione Puglia e Giorgio Assennato, direttore generale dell’Arpa Puglia.

Ecosistema Urbano è realizzato attraverso questionari e interviste dirette ai 104 comuni capoluogo di provincia e sulla base di altre fonti statistiche, con informazioni su 27 parametri ambientali. I dati di questa edizione fanno riferimento all’anno 2012. Raggruppa i 104 capoluoghi di provincia in tre gruppi omogenei per dimensione geografica: 15 grandi città con più 200mila abitanti, 44 medie città con popolazione tra 80mila e 200mila abitanti e 45 piccole città con meno di 80mila abitanti. Per quanto riguarda la Puglia, non sono stati presi in considerazione i dati inviati dalla provincia di Bat perché considerati non completi e quindi parziali.

Secondo Tarantini, il rapporto “boccia sonoramente tutti i capoluoghi pugliesi dove da anni si registra una battuta d’arresto nelle politiche ambientali urbane”: “Non c’è - spiega - neanche un timido segnale di cambiamento mentre la crisi economica e finanziaria sta schiacciando gli amministratori locali nella ordinaria amministrazione, nel defaticante tentativo di provare a galleggiare senza obiettivi ambiziosi, innovativi, coraggiosi”.

In Puglia, la situazione risulta peggiorata rispetto allo scorso anno con tutti i capoluoghi pugliesi in coda alla classifica generale di Ecosistema Urbano. Foggia si conferma la peggiore per la raccolta differenziata e per l’incidentalità stradale. Brindisi per le isole pedonali e le piste ciclabili, mentre Lecce e Taranto per il verde fruibile. Nella classifica delle grandi città Bari occupa il 13° posto.  Quanto invece agli altri capoluoghi, essi si piazzano nella parte bassa della classifica delle medie città: occupa il 34° posto Taranto, seguito da Brindisi, al 38° posto, Lecce al 39° posto e Foggia, al 40° posto.

Per ciò che riguarda il consumo giornaliero pro capite di acqua potabile la situazione resta invariata: rimane alto a Lecce con 159,2 litri pro-capite mentre è il più basso a Foggia con 126,9 litri. Sul fronte rifiuti ed in particolare sulla produzione annuale pro capite di rifiuti urbani, anche quest’anno è Lecce che ne produce in quantità maggiore, raggiungendo 665,5 kg per abitante all’anno. È Brindisi invece il capoluogo che ne produce meno. Sempre in stallo, invece, la raccolta differenziata in tutti i capoluoghi, lontanissimi dagli obiettivi di legge (unica eccezione Andria).

Sul tasso di motorizzazione, ossia il numero delle auto circolanti, la migliore è ancora una volta Foggia con 55 auto circolanti ogni cento abitanti, mentre la peggiore è Lecce con 67 auto circolanti. Stessi numeri per il tasso di motorizzazione dei motocicli, con Foggia al primo posto con 5 motocicli ogni 100 abitanti e Lecce peggiore con 12 motocicli.

Lecce è il miglior capoluogo per quanto riguarda le piste ciclabili con 15,49 m_eq/100 abitanti e il solare termico e solare fotovoltaico installato sugli edifici comunali. Tornano i problemi sul fronte del verde urbano fruibile con il centro salentino peggiore con 0,58 mq/ab. Mentre per le aree verdi (aree verdi totali della superficie comunale ovvero mq/ha) fanalino di coda sono Bari e Brindisi. Per quanto riguarda infine la capacità di risposta della pubblica amministrazione al questionario inviato da Legambiente, tutti i capoluoghi sono bocciati.

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