rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Elezioni Comunali 2012: Provincia di Lecce

Consulenze di Buonerba, Salvemini insiste: "Oltre il danno, la beffa erariale"

Ancora pochi giorni per depositare le deduzioni sollecitate dalla Corte dei conti all'ex consulente, ad Adriana Poli Bortone e a due dirigenti comunali. All'esponente del centrosinistra cittadino fu notificato un atto di citazione

LECCE – Una conferenza del 2009, il conseguente atto di citazione per diffamazione, il presunto scondalo legato al filobus e, da ultimo, l’invito della Procura generale regionale della Corte dei conti a dedurre formalmente inoltrato a Massimo Buonerba, ex consulente dell’allora sindaco Adriana Poli Bortone, e a due dirigenti comunali, Antonio Guido e Giovanni Capilungo. Sono gli ingredienti principali di una lunga storia con risvolti politici, civili e contabili di un certo rilievo.

Ai quattro, meno di un mese addietro,  la magistratura contabile ha chiesto di fornire spiegazioni rispetto all’incarico di consulenza sottoscritto tra l’amministrazione comunale e Buonerba. I termini scadono 30 giorni dopo la notifica, avvenuta nei giorni immediatamente successivi al 22 marzo scorso. L’ipotesi accusatoria - emersa dall'attività investigativa affidata alla guardia di finanza - è di danno erariale per poco più di 745mila euro. Una volta valutate le osservazioni dei chiamati in causa, i magistrati contabili decideranno il da farsi, se cioè procedere innescando una vera a propria azione risarcitoria. Ma i tempi della giustizia non sono quelli della politica e sulla vicenda è voluto tornare Carlo Salvemini, capolista di Lecce Bene Comune, che è stato citato (insieme al consigliere Carlo Benincasa, poi scomparso)  per diffamazione da Buonerba a causa di alcune dichiarazioni, risalenti a quella conferenza del novembre del 2009 tenuta presso la sede del Pd.

In quella sede i due convenuti affermarono tra l’altro che “la città di Lecce ha sperimentato tra il 1998 ed il 2007 la prima esperienza di consulenza nella pubblica amministrazione avente contenuto orale”. Gli esponenti dell’opposizione, infatti, vollero sottolineare come quell’incarico di consulenza fosse andato avanti senza ottemperare alla previsione dell’articolo 5 della convenzione tra l’amministrazione e il professionista che prevedeva la rendicontazione trimestrale dell’attività svolta. Una premessa contrattuale che le indagini affidate alla guardia di finanza hanno appurato essere rimasta inosservata per tutto il tempo.

Questa mattina Salvemini, con accanto l'avvocato Giuseppe Milli e le pagine della Corte dei conti alla mano, ha denunciato un’altra cosa, la probabilità cioè che la richiesta risarcitoria cada in prescrizione: “Dopo il danno il rischio della beffa erariale”. Ma la politica è un’altra cosa, si diceva. E infatti l’esponente del centrosinistra ritiene che per quella gestione del denaro pubblico sulla quale i fari si sono pubblicamente accesi qualcuno debba chiedere scusa alla città: “Avrebbe potuto farlo il sindaco Perrone se non si fosse costretto ad una rinnovata alleanza con Adriana Poli”.

Salvemini si riferisce all’accordo tra il Pdl e io Sud, siglato formalmente nelle scorse settimane, nel quale testualmente si legge che “l’esperienza dei governi di centrodestra, iniziata nel 1998 con la prima giunta Poli Bortone, ha avuto il merito di segnare una straordinaria stagione positiva per la città in termini di sviluppo sociale, economico, culturale e produttivo”. Insomma, il Perrone che per mesi ha insistito sulla sua azione di discontinuità rispetto al governo della senatrice – plateale e clamorosa la presa di distanza dall’operazione legata al filobus – sarebbe ora costretto al silenzio e all’imbarazzo in virtù di un patto politico sancito sulla sua testa per decisione dell’ex ministro Raffaele Fitto.

Eppure parole sui cui riflettere ce ne sono molte nelle 51 pagine dell’invito a dedurre firmato dal vice procuratore generale Carlo Picuno. A pagina 40, parte dedicata agli esiti investigativi, si legge: “La documentazione agli atti induce a rilevare la sussistenza di cospicui danni economici per il Comune di Lecce che venne ad avvalersi dell’attività del Buonerba. Basti pensare solo alle vicende giudiziarie sorte con tre distinti procedimenti penali, relative all’emissione di Boc, all’utilizzazione dei palazzi di Via Brenta e alla realizzazione del filobus, per le cui situazioni il Comune si è ritrovato sull’orlo del dissesto finanziario ed il cui iter decisorio e autorizzativo ha sempre avuto l’avallo del consulente”.

In una delle ultime pagine, a proposito delle risultanze di “varie inchieste” di natura penale, la relazione aggiunge: “[..]emerge la dolosità dei propri comportamenti evidentemente diretti a conseguire o a far conseguire ad altri vantaggi di natura economico-finanziaria, in palese contrasto con gli interessi economici ed amministrativi dell’ente locale che in alcuni casi è risultato danneggiato per via diretta[..]”. Per la cronaca, il giudizio contro Salvemini per diffamazione – la richiesta di Buonerba è di 50mila euro, stessa somma era stata imputata a Benincasa – riprenderà il 12 giugno con l’interrogatorio proprio dell’ex consulente Massimo Buonerba.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Consulenze di Buonerba, Salvemini insiste: "Oltre il danno, la beffa erariale"

LeccePrima è in caricamento