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Salvemini: "Piscina comunale e punti sport nei quartieri. Subito un piano"

Il promotore di Lecce2.0dodici lancia la sua proposta di governance delle attività sportive. Le priorità: potenziare gli spazi esistenti, allargare l'accesso alle strutture, adottare convenzioni standard anche a fini sociali

LECCE - Finalmente una piscina comunale anche a Lecce "puntualmente inserita nel piano delle opere pubbliche e mai realizzata". E' uno degli impegni di Carlo Salvemini - candidato alle primarie del centrosinistra - che oggi è intervenuto sul tema delle attività sportive in città. Dall'impiantistica ferma all'anno zero, nel senso che nessuna nuova struttura è stata consegnata alla città dalla giunta Perrone, al progetto di Cittadella dello sport, nato sotto la gestione amministrativa di Adriana Poli Bortone e rimasto sulla carta. L'analisi del presidente di Lecce2.0dodici, e sostenuto da La Puglia per Vendola, Sel, e Federazione della sinistra, ha condotto un monitoraggio a 360 gradi prima di lanciare le sue proposte di governo per lo sport.

"Lo sport è uno straordinario strumento di educazione, crescita, socialità che può coadiuvare le politiche del Comune sul fronte dell’integrazione sociale, del recupero del disagio giovanile, della prevenzione sanitaria e di educazione alla salute, del riequilibrio delle marginalità urbana e sociale. E’ per questo che deve essere considerato una leva di governo urbano importante nell’obiettivo di un miglioramento della vita della nostra comunità. Tutto il contrario di quanto è avvenuto in questi ultimi quindici anni durante i quali alle politiche per lo sport s’è assegnato uno spazio marginale in termini di attenzione, programmazione, risorse". 
 
L'unica novità di questi anni - segnala Salvemini -  è il Palazzetto dello sport di via Merine, realizzato grazie alla Provincia di Lecce. E gli interventi di manutenzione dell'esistente sono stati a suo dire - inadeguati. Sul campo scuola Coni, proprio di recente, si è aperta una polemica perchè la nuova convenzione con Uisp prevede l'ingresso solo con deposito del certificato medico. Insomma, se due anziani volessero farsi una passeggiata estemporanea nello spazio verde più ampio della città non potrebbero accedere alla struttura se non con la richiesta documentazione.
 
"In questi anni - spiega Salvemini - le promesse, come sempre, non sono mancate, ma di riammodernamenti e riqualificazioni neanche l'ombra. A partire da quel progetto di Cittadella dello Sport, nato all'epoca dell'amministrazione Poli Bortone e mai andato oltre la mera enunciazione verbale. E’ tempo di cambiare davvero. E di dotarsi di un Piano per lo Sport in città, capace di ragionare su interventi diversificati con l’obiettivo di potenziare gli spazi destinati alle attività sportive e di raggiungere un equilibrio tra insediamento sportivo, ambiente urbano e ambiente naturale". 
 
Mettere a sistema tutti gli enti interessati a vario titolo all'attività sportiva, Comune, Coni, scuole, Università del Salento e Asl, per aggregare l'offerta di impianti attualmente esistente è il filo rosso dell'idea di Lecce come di una città finalmente sportiva. Con l'aggiunta "dei punti sport di quartiere che devono essere immaginati come veri e propri punti centri di aggregazione sociale". Terzo obiettivo, "quello di perseguire l’obiettivo della massima fruibilità per orari e costi di tutti gli impianti (comprese le palestre scolastiche, un bene prezioso per il nostro territorio), sia per le società sportive, sia verso i semplici amatori. Nella visione di Carlo Salvemini lo strumento di governance sarebbero le "convenzioni standard con precisi vincoli di utilizzo anche ai fini sociali, rivolte direttamente alle società sportive e alle federazioni, in modo da garantire regole certe, uguali per tutti e massima accessibilità".

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