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Elezioni comunali 2012

Compravendita voti: Capone-Perrone, rush finale della campagna al vetriolo

La candidata a sindaco per il Pd invia un esposto alle autorità territoriali e chiede massima attenzione durante il voto del 6 e 7 maggio. Perrone: "Accuse non circostanziate non servono e non sono utili, alla politica come alla comunità"

 

LECCE – Loredana Capone, candidata alla carica sindaco di Lecce per il Pd, teme che il risultato elettorale possa essere inquinato dalla compravendita di voti, di cui molto si è parlato in questi giorni di convulsa campagna elettorale. Così, come aveva preannunciato, ha inviato una lettera Esposto alle massime autorità del territorio, comandante dei carabinieri, questore, prefetto e non ultimo al Procuratore capo della Procura di Lecce. 
 
“Gli organi di stampa, in questi giorni, testimoniano con preoccupante regolarità e puntualità possibili episodi di inquinamento del voto in vista delle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio. IN particolare risalta il racconto sui meccanismi di compravendita dei voti che è stata denunciata dal candidato consigliere di Io Sud Francesco Cazzella, che ha occupato tutte le prime pagine dei giornali, configurando in questo modo una vera e propria notizia di reato”.
 
Da qui, come era prevedibile, si è innescato il botta e risposta tra Capone e il sindaco uscente Paolo Perrone, che si ricandita alla carica con il Pdl: “Quello di Loredana Capone e dei suoi compagni di partito è l'ennesimo, maldestro tentativo di esorcizzare l'imminente sconfitta e di spostare l'attenzione sugli scandali, per evitare di parlare di temi e proposte che evidentemente non possiedono”.
 
“Ricordiamo tutti come finì la campagna elettorale di Antonio Rotundo che – aggiunge Perrone -  col presentimento della sconfitta, si lasciò andare a calunnie e illazioni diffamanti. Le presunte circostanze che la candidata del centrosinistra e i suoi colleghi sostengono di conoscere, se veri, sono fatti gravissimi. Ecco perché, come ho già fatto con Teresa Bellanova e Antonio Rotundo, torno a ribadire la mia posizione. Accuse non circostanziate non servono e non sono utili, alla politica come alla comunità che ci proponiamo di governare. Presentare anonimi esposti in Procura soltanto per far parlare di sé in queste ultime ore di campagna elettorale, per cercare di conquistare una ‘fiducia dell'ultima ora’, rappresenta solo un danno, perché gettano discredito sulla politica in generale, demonizzandola e diffondendo sentimenti di sfiducia collettiva. Questo modo di sparare nel mucchio, nel disperato tentativo di raccattare qualche voto, è puro egoismo. Gli esposti privi di denunce precise non servono a nulla, se non a dare visibilità ad una parte politica priva di contenuti. Sono sempre stato disposto ad accompagnare in Procura chi aveva qualcosa e qualcuno da denunciare. Fino a questo momento ho constatato soltanto atteggiamenti puramente scandalistici, perfettamente in linea con il modus operandi e le chiose del centrosinistra”. 
 
Ribatte Loredana Capone: ““Il mio esposto alle forze dell'ordine di oggi è un atto dovuto. La grande attenzione che i media locali hanno dato alle indagini sul voto di scambio rappresenta, da sola, una possibile notizia di reato. Per questa ragione qualsiasi amministratore pubblico (Perrone incluso) avrebbe dovuto sentire il bisogno di chiedere alla Magistratura di procedere alle indagini dopo il titolo del Corriere del Mezzogiorno di questa mattina e dopo i titoli di tutti i giornali locali di questi giorni, in cui il candidato al consiglio comunale Cazzella di Io Sud (candidato con Paolo Perrone, che dunque dovrebbe prendersela con Cazzella se le accuse dovessero risultare generiche) denuncia genericamente la compravendita di voti, che è un reato penale e in quanto tale va indagato e perseguito”. 
 
“Avevo chiesto pubblicamente a Cazzella – continua la nota - di presentarsi in prima persona in Procura per fare in modo che le denunce fossero circostanziate a fatti ed accadimenti certi. Cazzella non lo ha fatto, e i motivi di questo suo comportamento sono tutti da verificare. Non avendolo fatto Cazzella, l'ho fatto io. E non l'ho fatto contro una parte politica in particolare, ma ho chiesto semplicemente l'accertamento della verità. Anche Perrone dovrebbe avere lo stesso tipo di premura, essendo coinvolto nella competizione elettorale di domenica. Dunque, se Perrone ha l'amore per la libertà che sostiene di avere- conclude Capone - pretenda che Cazzella faccia nomi e cognomi di chi sta comprando e vendendo il voto, essendo un suo candidato. E lo faccia subito, prima che il voto sia contaminato. Altrimenti, i cittadini trarranno autonomamente le loro conclusioni”.
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