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Elezioni comunali 2012

Elezioni 2012. Il centrodestra incorona Perrone. "Ripartiamo dal modello Lecce"

Il giorno dopo il voto, da Mantovano a Congedo, dalla senatrice Poli a Baldassarre e fino a Rocco Palese, tutti sono concordi: la debacle italiana si può curare prendendo come punto di riferimento le rinnovate alleanze salentine

 

LECCE Il day after, in casa centrodestra, è il momento dell’analisi di una vittoria annunciata, e per giunta schiacciante per dimensioni, in assoluto contrasto rispetto al dato nazionale. Il Pdl perde terreno in tutta Italia, ma a Lecce rende una sonora batosta a un centrosinistra che esce frastornato dal confronto sul ring. Paese che vai, elettore che trovi.

I giudizi post-sbornia elettorale, sono sostanzialmente in linea con quanto già anticipato a caldo dallo stesso, riconfermato, sindaco Paolo Perrone: vincono l’idea di progetto e la rinnovata coesione. La roccaforte destrorsa leccese, insomma, resiste all’urto che sovverte la nazione, e per il deputato del Pdl, già sottosegretario agli Interni e coordinatore dei circoli di Nuova Italia, Alfredo Mantovano, questo risultato elettorale è “tanto più significativo, in quanto in controtendenza col dato nazionale e con larga parte del dato pugliese”. Costituisce, insomma, un premio al “lavoro duro e concreto svolto in cinque anni dal sindaco Paolo Perrone, nonostante le mille difficoltà che ha dovuto affrontare”.

Mantovano si sofferma anche sulle primarie, ritenendo “coraggiosa” la scelta di misurarsi con potenziali competitori, “nonostante fosse il naturale candidato dello schieramento”. Competitori, questo ovviamente non lo dice (ma si può tranquillamente aggiungere), che difficilmente avrebbero comunque potuto mettere il bastone tra le ruote di quella che è una vera e propria macchina da guerra.

Ma il punto non è questo. Le primarie, sulle quali il centrodestra leccese è tornato spesso, negli ultimi tempi, per dirla sempre con l’ex sottosegretario, “hanno segnato l'effettiva svolta della campagna elettorale, e la decisione di allargare la coalizione fin dove era possibile”. Insomma, la scintilla della vittoria avrebbe una precisa genesi, il 26 febbraio scorso, quando all’hotel Tiziano si radunò il popolo del centrodestra. Una fiumana che fece impallidire, per numero di adesioni, la precedente consultazione del centrosinistra. Un chiaro monito a Loredana Capone: cronaca di una morte annunciata.

raffaele baldassarre-4-2Più diretto ancora è l’eurodeputato Raffaele Baldassarre, che giudica “bravissimo” Perrone e che quindi taglia corto: “I leccesi l’hanno premiato per il suo lavoro”. Insomma, una ricetta semplice, semplice. “E’ tutta qui, secondo noi, la spiegazione del successo clamoroso del sindaco uscente e della coalizione che lo ha sostenuto”. Applausi da Baldassarre anche al deus ex machina Raffaele Fitto, al quale accorda una “generosa e intelligente strategia” nata “per riportare a casa l’intero centrodestra leccese, aggregando Io Sud, Fli, e Regione Salento. Forze determinanti – aggiunge - per una vittoria elettorale senza pari”.

Non mancano però le note dolenti. “Se Lecce ha rappresentato un modello politico che oggi si distingue anche a livello nazionale per il centrodestra e il Pdl, non altrettanto esemplare, lo dico criticamente – spiega - è stato il risultato in provincia. In molte realtà si è pagato o si rischia di pagare lo scotto della frammentazione e della divisione”. E allora, è qui che nasce il “modello Lecce”, da “adottare in tutte le competizioni e in tutte le città”.

Si toglie qualche sassolino dalle scarpe il consigliere regionale Saverio Congedo, che coglie l’occasione per scagliare frecciatine al governo di Nichi Vendola, di cui è fermo oppositore. “Il dato è importante – spiega - perché conseguito in un confronto con una candidata-sindaco autorevole come Loredana Capone, vicegovernatrice di Puglia”. Ergo, “nell’esito e nell’ampiezza del risultato è possibile scorgere anche la bocciatura di un modello di governo regionale che ha prodotto fallimenti in molti settori, dalla sanità ai rifiuti, dall’energia alle infrastrutture, dalla gestione delle risorse idriche al lavoro, dalle politiche giovanili a quelle sociali, e che, non a caso, vede il presidente Vendola impaziente di fuggire verso altre ambiziose mete politiche”.

Parte dalle cifre secche, invece, il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese. Che incorona Paolo Perrone “il sindaco più votato d’Italia, con il 64,3 per cento”. E aggiunge: “A Lecce e nel Salento il Pdl e il centrodestra raggiungono percentuali anche superiori al 65 per cento; le alleanze con il resto del centrodestra e con liste civiche fortemente radicate sul territorio, programmi realizzabili e una classe dirigente credibile e preparata hanno guadagnato in pieno la fiducia degli elettori”.

Palese, poi, in linea con il Baldassarre-pensiero, aggiunge: “Il caso–Lecce, già portato ad esempio in campagna elettorale per le importanti alleanze strette grazie alla lungimiranza e al gran lavoro svolto da Raffaele Fitto, dal coordinatore provinciale Antonio Gabellone, dallo stesso Perrone, diviene oggi esempio della strada più appropriata da seguire anche nel resto della Puglia e d’Italia, non solo per ricostruire coalizioni larghe e coese, ma anche perché Lecce dimostra che è possibile ricucire il rapporto di fiducia tra cittadini e politica”.

adriana poli bortone4-3Esternazioni compiaciute arrivano anche dall’ex sindaco, poi avversaria, infine alleata ritrovata, Adriana Poli Bortone, cofondatrice di Grande Sud, che giudica il risultato di Lecce “una felice anomalia in Italia per il centro destra”, ritenendo come l’elettorato abbia “dimostrato ancora una volta di apprezzare un ritrovato accordo politico, la cui valenza trascende le percentuali e porta a concentrare il consenso sul sindaco uscente, dando così al centrodestra altri cinque anni di governo della città”.

Insomma, anche la senatrice è convinta che l’esempio del capoluogo salentino sia un punto di partenza verso “una nuova efficace sintesi progettuale e politica che può portare a nuovi equilibri regionali”. E gli avversari? Il giudizio è impietoso e ricalca, in parte, le considerazioni di Congedo: “Il vero e proprio tonfo della sinistra, denuncia non solo la scarsa coesione politica della coalizione, ma anche la scarsissima incidenza della presenza della Regione in tema soprattutto di lavoro e sviluppo”. 

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