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Elezioni comunali 2012

Le primarie in tono minore del centrodestra leccese “sbiadito”

È il giorno della verità per la scelta del candidato sindaco alle prossime amministrative: al di là della forza dei numeri, restano le incognite sulle alleanze del giorno dopo e i giudizi discordanti sulle ombre di questi anni

LECCE – Il giorno delle primarie del centrodestra è arrivato. Parole, mesi di tiritera mediatico, appelli su alleanze strategiche, ingombranti campagne pubblicitarie hanno regalato uno schieramento tutt’altro che sereno, chiamato a questo passaggio che, in realtà, di "glorioso" sembra avere davvero poco, tanto appaiono evidenti le contraddizioni di partenza, al di là del successo annunciato dei numeri e la concreta possibilità di arrivare a 15mila votanti.

Paolo Perrone le aveva pensate come il "teatro" designato per il confronto della verità, quello alla luce del sole, con Adriana Poli Bortone, dopo anni di guerre giocate sulla liberazione dall’ombra ingombrante della senatrice, con accuse reciproche e delegittimazioni continue, concretizzatesi nella sottrazione di figure vicine alla lady di ferro. Lei nel “tranello” non ci è cascata, utilizzando la consultazione dal basso come “un guanto di sfida da lanciare” per far esporre il suo ex vice e rendere manifesti i malumori interni al centrodestra leccese, timoroso che le spaccature influiscano sul risultato elettorale di maggio. Sottraendosi alla resa dei conti e restando ad osservare in disparte cosa accadrà. In ogni caso, avrà il coltello dalla parte del manico, perchè se il sindaco vince, potrà motivare la sua scelta di un percorso alternativo al centrodestra; se Perrone perde o vince di misura, potrà puntare i piedi sulla dimostrazione del fallimento gestionale di questo quinquennio.

Dietro a questo scenario di lotte, veleni e ripicche, c'è una città economicamente piegata, con un debito pesante sulle casse di Palazzo Carafa, travolta dalle vicende giudiziarie che hanno gettato più di un’ombra sul passato amministrativo visto come un dogma, con un presente piuttosto sbiadito. Così il sindaco si trova a combattere delle primarie con candidati che ritiene minori, avendo già puntato gli obiettivi al dopo: un segnale inequivocabile sono i manifesti affissi da alcuni potenziali componenti di lista, che danno per scontata la vittoria di Perrone nella sfida al Tiziano.

Eppure il sindaco ha tutto da perdere in questa sfida: se dovesse vincere, ci sarebbe chi gli rinfaccerebbe la pochezza degli avversari; se dovesse perdere, andrebbe incontro ad una debacle colossale; se dovesse avere la meglio di misura, il risultato minerebbe la sua leadership nella campagna elettorale di maggio, dove poi, al di là della consistenza numerica dell’elettorato di centrodestra, dovrebbe fare i conti con le divisioni di questi anni, capaci di risultare determinanti.  

Paolo Pagliaro queste primarie le ha volute e le ha cercate come occasione per scompigliare le carte. Ma da possibilità di diventare il terreno per un’idea diversa di centrodestra, al di là del risultato, la sua campagna mediatica si è rivelata il confezionamento di una candidatura molto simile a quella del “nuovo miracolo italiano”. Non ci sarebbe nulla di impossibile con un suo successo. Persino la logica dell’ossimoro. Vorrebbe dividere il Salento dalla Puglia per meglio collegarlo al resto d’Italia, riunire i moderati e rilanciare una “nuova” Lecce, affidandosi al contributo della Poli Bortone, che tecnicamente rappresenterebbe il passato. E smontare il filobus, magari con l'aiuto della stessa ex sindaco, che, al di là degli elementi contraddittori della vicenda, continua a sostenere la bontà del trasporto alternativo.

A tal proposito, sono lontani e strategicamente dimenticati i tempi dei battibecchi tra la senatrice ed il gruppo editoriale di Pagliaro, all’epoca delle provinciali, quando la accusavano di essere diventata “di sinistra” (singolare che oggi sia tornata “collante” a destra) e lei si scagliava contro la cattiva “informazione”. Mentre Michele Emiliano sostiene che l’Udc sia già d’accordo con il centrosinistra, Pagliaro replica che in realtà i centristi attendono solo lui. Se si trattasse di un vero sillogismo, si potrebbe dedurre che l’editore alla fine sia il candidato del centrosinistra. Ma poi chi lo spiega a Loredana Capone?

Miracoli da campagna elettorale, che “sanano” le ferite meglio di qualsiasi medicinale. E poi il lago, gli slogan piacioni, le interviste per strada, dove tutti sono certi che l’editore rappresenti la miglior proposta per Lecce, mai che se ne trovi uno che preferisca gli altri due candidati o che almeno dichiari di non sapere delle primarie del centrodestra. Del resto, "Il Gladiatore" è un film che hanno visto tutti. Il rischio, però, è che, dinanzi all’ostentazione di questa “Regione Portento”, se poi ad essa non si affianca una forza reale che vada di pari passo con l’invadenza mediatica, la magra figura sia dietro l’angolo.

C’è poi Gigi Rizzo, che sulla carta è forse quello che davvero ha meno da perdere tra i tre litiganti. Gioca molto sulla simpatia, sulla campagna moralizzatrice della destra leccese, tutta t-shirt e taglio agli sprechi, ma somiglia al figurante, chiamato ad interpretare un ruolo persino funzionale all’interno dello scontro tra Paolo e Paolo. Un pò come il suonatore di ghironda che canta stornelli che ha contribuito a scrivere o il fustigatore di corte, che, però, resta vicino al re. E che, fuor di metaforia, non incide sul rafforzamento in termini di immagine di un centrodestra, che, comunque la si pensi, affronta questa domenica in tono minore, con il dubbio latente se siano effettivamente in campo tutti i propri migliori esponenti e quella voglia frenetica di lanciarsi nel day-after.

Aggiornamento: alle 11 sono tremila i votanti. Fitto alle 16 con i parlamentari del Pdl al Tiziano

E' partita con un'ottima affluenza la consultazione presso l'Hotel Tiziano. Già poco prima delle 11 erano oltre tremila i votanti. Il 22 gennaio, alle primarie del centrosinistra, alle 12 avevano votato poco più di 2500 leccesi. Alle ore 16m per tirare la volata al sindaco uscente, Paolo Perrone, arriveranno il ministro Raffaele Fitto e i parlamentari salentini e i consiglieri regionali del Pdl.

 

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