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Giovedì, 25 Aprile 2024
Elezioni comunali 2012

"Non basta l'alternanza, serve l'alternativa". La versione di Salvemini

Il candidato "senza bandiere" alle primarie del centrosinistra lancia la sua campagna di comunicazione, creata da uno staff giovane. "Tutti impegnati per il cambiamento, non esistono salvatori della patria"

LECCE - Dai percorsi virtuali di un sito piuttosto dinamico ed accattivante alla strade e alle piazze della città. Grazie ad una semplice applicazione "Ridisegna Lecce" tutti i cittadini potranno inserire le segnalazioni su cosa non va e le proposte per un possibile programma di governo. Carlo Salvemini, in corsa per le primarie del centrosinistra, nella conferenza di oggi in cui ha presentato la sua campagna di comunicazione, non ha smesso di ripetere quanto va dicendo da quando con l'associazione Lecce2.0dodici ha iniziato - più di un anno addietro - ad affondare nel ventre molle di una comunità che, da oramai, 15 anni, premia il centrodestra. "Non esiste il cambiamento attraverso un uomo solo, bisogna sentirsi tutti impegnati a costruire una città diversa. Non ci sono salvatori della patria". 

Ex dirigente del Pd, 44 anni, Salvemini si candida come "indipendente che non rinnega il suo passato": ha l'appoggio di Sinistra Ecologia e Libertà, de La Puglia per Vendola e probabilmente nei prossimi giorni anche quello di Rifondazione e di altre formazioni della sinistra. Ma non accetta il gioco delle casacche in contrapposizione perchè lui si rivolge a tutto l'elettorato di centrosinistra, a quello militante e a quello "che con la politica ha un rapporto intermittente", contando sul fatto che le persone siano libere di scegliere "indipendentemente dal cappello partitico", tanto da dichiarare: "Non ho alcuna difficoltà a rivolgermi all'elettorato del Pd, così come non do per scontato che gli altri elettori della coalizione appoggino me. Se riduciamo le primarie ad uno scontro tra appartenenze, il centrosinistra ne uscirà depotenziato".

In altre parole, il messaggio ad amici, alleati e avversari è quello di evitare l'esperienza del 2007, quando la battaglia senza quartiere tra almeno tre candidati - la stessa Loredana Capone per la Margherita, Antonio Rotundo per i Ds, e Giampiero Corvaglia come indipendente - sortì una sorta di contraddizione: trascinare alle primarie un numero considerevole di elettori - oltre 12 mila - mumero che poi, però, si rivelò del tutto insufficiente alle elezioni vere e proprie, nelle quali Perrone vinse "passeggiando". Ma i candidati alle primarie potrebbero diventare ben presto tre: è quasi fatta per il segretario provinciale dell'Italia dei valori, Francesco D'Agata, mentre Sabrina Sansonetti, responsabile dell'agenzia regionale InnovaPuglia, ha resistito alle lusinghe politiche decidendo di onorare il suo impegno da "tecnico".

slogan-2In attesa che i partiti del centrosinistra elaborino il regolamento per la consultazione e mettano nero su bianco i paletti programmatici dentro i quali costruire una prospettiva di cambiamento, Salvemini intanto offre il suo schema alla coalizione: "Una città, una comunità hanno senso solo se i diritti dei cittadini sono effettivi. Per questo ci vogliono servizi pubblici efficienti ed un'amministrazione che abbia la volontà di renderli tali." Una sorta di sillogismo espressa anche sulle cartoline che il suo staff - PazLab per la comunicazione politica e Incima per quanto riguarda video e social network - ha preparato, insieme a spillette ed adesivi: "Considerare il Comune come la sede dei servizi per tutti e non il palazzo del potere di pochi". La linea politica, grosso modo, è la seguente: "Non basta l'alternanza, ci vuole l'alternativa". Un modo di dire che il centrosinistra non può essere la prosecuzione delle pratiche del centrodestra con persone diverse. Uno slogan, anche questo, lanciato mesi addietro e che per questo non ha riferimenti diretti alla sua avversaria, Loredana Capone.

Rispetto alla quale, c'è da dirlo, si sente un outsider - e del resto contro la vicepresidente della Regione non potrebbe essere altrimenti - ma sembra andare incontro con necessaria serenità ad una sfida difficile. Non è un "antipolitico" e non vuole vendersi come tale, ma ambisce ad essere un politico diverso: "La mia candidatura  è un processo maturato nel tempo, e sul sito tutti potranno leggere cosa ho fatto in termini di impegno per la città dentro e fuori Palazzo Carafa". D'altra parte di scelte anomale - che hanno indispettito e non poco ampi spezzoni del gruppo dirigente del suo ex partito - ne ha fatte almeno due: dimettersi da ogni incarico nel Pd per sostenere Vendola alle primarie contro Francesco Boccia e rinunciare al posto di consigliere comunale, che gli spettava di diritto, dopo la morte di Carlo Benincasa. 

 

 

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