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Ria "stronca" Ruggeri: “Subito con la Capone? Terzo Polo una farsa”

L'ex Pd traccia un bilancio "amaro" sul polo di centro leccese, tanto "inneggiato" dal suo segretario di partito e si scaglia contro quella che trova una strategia "confusa": "Potevamo allearci alla luce del sole con le primarie"

LECCE - La strategia “attendista” dell’Udc salentino, delineata a Roma dal leader Casini, e sposata dal segretario provinciale, Salvatore Ruggeri, oltre a disorientare all’esterno del proprio recinto, inizia a registrare sempre maggiori dissensi interni. Soprattutto dopo la sterzata inattesa (innescata dagli ex amici del Terzo Polo, che sembrano aver imboccato la strada del centrodestra), di sostenere Loredana Capone, già al primo turno, come espresso nelle dichiarazioni del politico di Muro Leccese. Una mossa ancora spiazzante in una visione d’insieme della storia dell’Udc leccese.

Lorenzo Ria, ex Pd ora nello scudo crociato, si dice “disorientato” dalle dichiarazioni del proprio segretario di fare il passo verso la Capone, sin dal primo turno: “È davvero incredibile – puntualizza l’ex presidente della Provincia -, per mesi Ruggeri si è destreggiato tra accordi, riunioni, strategie e candidature a sorpresa e poi, una volta capito di non avere grandi spazi o alternative, si trova costretto ad imboccare la strada dell’accordo col centrosinistra. Saltando a piè pari, tra l’altro, l’esercizio democratico delle primarie. Troppo scomode, troppo faticose”.

“Ma non era stato Ruggeri, nell’ottobre scorso – ricorda ed insiste Ria -, a presiedere una conferenza per presentare la nascita del Terzo Polo nella Provincia di Lecce, insieme a Fli, Api e Mpa? E non era sempre Ruggeri a ritrovarsi all’hotel Patria insieme alla Poli Bortone, a Paolo Pagliaro, ad Enzo Russo e a Paolo Pellegrino, nel dicembre scorso, per brindare alla salute del Terzo Polo? E non sono sempre le stesse persone ad organizzare un grande convegno nazionale del Terzo Polo il 22 ottobre in Piazza Libertini, alla presenza dei leader Pierferdinando Casini, Gianfranco Fini, Francesco Rutelli e Raffaele Lombardo? E non è sempre Ruggeri a inneggiare al Terzo Polo nel corso dell’ultimo congresso provinciale dell’Udc?”.

La risposta è in un sì retorico. Ma è anche vero che, in politica, nulla è più definitivo e qualcosa, in tal senso, potrebbe raccontarla lo stesso Ria, passato dall’abbandono del Pd al sostegno alla campagna elettorale pro Gabellone (dopo aver rischiato di essere candidato del centrodestra), prima di approdare nell’Udc: “Oggi mi chiedo – prosegue - che fine abbiano fatto tutti questi buoni e altisonanti propositi: Russo sosterrà il Pd e ha rotto l’alleanza con Futuro e Libertà, che invece appoggerà il Pdl e Paolo Perrone. E anche la Poli, a quanto pare, è in trattative per il rientro. Pagliaro, com’è noto, è in corsa per le primarie contro il sindaco uscente. E il Terzo Polo? A Lecce è stato una farsa”.

E l’Udc? L’onorevole salentino spiega “l’arcano”: “Ruggeri e l’Udc leccese si sono accorti di essere rimasti soli (si ricordi che nessuno dei prestigiosi candidati della cosiddetta “società civile” si è prestato ad una candidatura con l’Udc) e di avere, quindi, come unica alternativa l’accordo dell’ultimo minuto con il centrosinistra. D’altronde, chi è abituato a scelte di convenienza ed è poco avvezzo alle battaglie autenticamente politiche non può che saltare sul carro del vincitore nel momento più opportuno, senza troppo sforzo. Posto che anche l’ipotesi di sostenere il centrodestra va scartata: Ruggeri non potrebbe mai sostenere chi gli ha sottratto gli ex Udc Monosi, D’Autilia, Rizzo”.

Ria pone in evidenza che, a questo punto, occorrerebbe chiedersi se non siano stati questi ultimi a lasciare Ruggeri “proprio a causa di questa sua assenza totale di linea politica, di coerenza strategica, di attaccamento al territorio. E se non sia ora di vestirsi di serietà e responsabilità, soprattutto quando si devono fare scelte che coinvolgono i cittadini, le comunità locali”. Personalmente l’ex numero uno a Palazzo dei Celestini, traccia “un bilancio amaro di questa corsa alle migliori alleanze da parte dell’Udc leccese”, in quanto chi, come lui, sostenesse come “naturale l’accordo a Lecce col centrosinistra attraverso la partecipazione alle primarie”, lo avrebbe voluto realizzare “alla luce del sole”, riscuotendo “solo le cieche critiche di chi oggi, volente o nolente, è costretto a darmi ragione e a scegliere esattamente nel senso che, con spirito democratico, avevo provato ad indicare al partito oltre sei mesi fa”.

L’accusa di Ria, dunque, è circostanziata e diretta. Non è un segreto che lo stesso parlamentare non abbia mai sposato la linea di Ruggeri, sin dal suo approdo nel partito di Casini. Del resto, il cammino leccese dell’Udc è stato confuso e poco chiaro, come ricordato, e nelle ultime settimane è persino peggiorato: forse si attenderà l’esito delle primarie del centrodestra, dopo aver fatto intendere nei mesi scorsi che si sarebbe atteso solo il risultato di quelle del centrosinistra. Forse no, per non restare col cerino in mano. Se stare al centro, significa ondeggiare, è una fortuna che il Terzo Polo non faccia pure lui le primarie, altrimenti probabilmente ogni scelta si posticiperebbe ulteriormente.

Il problema, è evidente, non scaturisce solo da una questione “tempistica”, ma ben più collegato ad un atteggiamento che, ormai rischia di diventare anacronistico, in quanto il partito di centro, nel rivendicare autonomia ed equidistanza, poi, in realtà, finisca col flirtare con tutti, senza innamorarsi di nessuno (usando una metafora sanvalentiniana). Dovendosi adagiare su accordi “last minute”, che effettivamente rischiano di segnare in negativo il futuro dell’Udc. Sempre ammesso che il presente sia roseo, visto che la spropositata attenzione data al partito di Casini a Lecce città, finora, non si è tradotta in stravolgenti risultati elettorali. Accreditarsi al ruolo di “determinanti” va bene, ma finché il gioco regge. E si decide di essere o “una riserva di caccia” o un “cacciatore”. Magari sempre con attendismo. Giusto per far capire che, in fondo, esiste anche unestremismo di centro.  

 

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