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Salvemini: "Nel programma per la città il riutilizzo dei beni mafiosi "

Il candidato alle primarie del centrosinistra affronta la questione degli immobili confiscati alla criminalità organizzata ancora da destinare: "Possibili nuove opportunità per i giovani". Diversi gli esempi già presenti in Puglia

LECCE - Parte dalla legge 109 del 1996 la conferenza di Carlo Salvemini, candidato alle primarie del centrosinistra, sui beni confiscati alla mafia. La stessa organizzazione che ammazzò il deputato del Pci, Pio Latorre, nell'aprile del 1982, colpendo così uno dei personaggi più popolari nella lotta alle famiglie criminali siciliane. "Grazie all’applicazione di questa legge - ha spiegato il promotore di Lecce2.0dodici - si sta diffondendo nel nostro Paese un innovativo metodo di lavoro che vede coinvolti, in una collaborazione virtuosa, soggetti istituzionali pubblici, enti e soggetti della società civile tutti impegnati nella costruzione del capitale sociale e di beni comuni. Tema oggi molto rilevanti nel dibattito politico e a noi particolarmente caro: perché esso richiama il principio di un vantaggio che ciascuno trae per il fatto di essere parte di una comunità"

Da questo ragionamento la proposta da inserire nel programma amministrativo: "Quello che oggi vogliamo suggerire è di attivare anche a Lecce pratiche capaci di sviluppare una sana occupazione, servizi per il territorio mediante il riuso dei beni confiscati: esperienze che hanno il doppio merito di rafforzare la fiducia nelle istituzioni e offrire opportunità ai giovani. La trasformazioni di beni serviti alla criminalità in attività gestite da giovani e associazioni che si ripropongono finalità sociali o di pubblico interesse, è un tassello fondamentale nella costruzione di una società liberà che vuole crescere nel più assoluto rispetto della legalità".
 
carlosalvemini-4-3Sono diverse, del resto, le esperienze regionali già attivate in base a questa legge. "Quella di Mesagne con la cooperativa Terra di Puglia Libera Terra dove sui terreni sottratti alla Scu oggi è sorto un vigneto, un uliveto, un seminativo il tutto gestito da una cooperativa di 11 persone: 6 soci lavoratori, 3 soci volontari e 2 sovventori. Ma tante altre se ne potrebbero raccontare. A Lecce c’è lo spazio per realizzare pratiche virtuose. E via con l'elenco di beni confiscati in città  - 8 appartamenti e un terreno - ancora in attesa di una destinazione: "E’ una dotazione ricca: recentemente s’è inaugurata la nuova sede della Guardia Forestale in Via Monteroni, ma tante altre possibilità restano aperte", ha spiegato Salvemini. 
 
Oltre alla legge del 1996 gli strumenti attuativi, secondo il candidato alle primarie, ci sono già: "Capire le opportunità ancora aperte con Libera il Bene, l’iniziativa promossa dalla Regione Puglia nell’ambito del programma operativo Fesr 2007 – 2013 (Asse III, Linea di Intervento 3.4, Azione 3.4.2.) e del Programma Bollenti Spiriti, che promuove il recupero, la riconversione ed il riuso dei beni confiscati in Puglia alla criminalità organizzata, per scopi sociali, economici e di tutela ambientale attraverso il finanziamento degli enti locali destinatari dei beni, il coinvolgimento attivo dei territori, la raccolta di idee per la loro riconversione a fini economici e sociali". Salvemini, alle 18, presso la sede del suo comitato in via Nazario Sauro incontrerà le associazioni Libera, Terra del Fuoco, Anpi e Arci Zei sul tema "Territorio e legalità",

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